La dottrina dell’indulgenza è un aspetto della fede cristiana, affermato dalla Chiesa
cattolica, che si riferisce alla possibilità di cancellare una parte ben precisa delle
conseguenze di un peccato (detta pena temporale), dal peccatore che abbia
confessato sinceramente il suo errore e sia stato perdonato tramite il sacramento
della confessione. Quindi per indulgenza viene significata la remissione parziale o
totale delle pene comunque maturate con i peccati già perdonati da Dio con la
confessione sacramentale; infatti ogni peccato commesso viene perdonato con la
confessione ma presuppone l’espiazione di una pena.
La dottrina del tesoro della Chiesa insegna che il bene operato da alcuni (Gesù, Maria,
i santi) torna a vantaggio di tutti. Secondo tale dottrina, il tesoro della Chiesa viene
amministrato dalla stessa a beneficio di chi è in vita e per tramite dei vivi a beneficio
delle anime dei defunti che stanno purificandosi nel Purgatorio. L’indulgenza chiesta
dai vivi per i loro defunti aiuta la purificazione di chi in Purgatorio “attende” di essere
ammesso in Paradiso. Questo è il nocciolo del dogma della comunione dei santi: le
preghiere e le opere di bontà che tutti possono fare, valgono per tutti gli uomini, per
tutte le anime (anche di quelle dei non cristiani, o degli atei) e vanno a combattere il
male che gli stessi uomini commettono.
Per ottenere una indulgenza plenaria o parziale un cristiano, completamente
distaccato dal peccato anche veniale, deve:
- confessarsi, (confessione sacramentale) per ottenere il perdono dei peccati;
- fare la comunione eucaristica, per essere spiritualmente unito a Cristo;
- pregare secondo le intenzioni del Papa, per rafforzare il legame con la Chiesa;