martedì, 29 Aprile 2025
Home / Catechesi / Dall’immagine tesa (Clemente Rebora)

Dall’immagine tesa (Clemente Rebora)

Dall’imagine tesa
vigilo l’istante
con imminenza di attesa –
e non aspetto nessuno:
nell’ombra accesa
spio il campanello
che impercettibile spande
un polline di suono –
e non aspetto nessuno:
fra quattro mura
stupefatte di spazio
più che un deserto
non aspetto nessuno:
ma deve venire,
verrà, se resisto
a sbocciare non visto,
verrà d’improvviso,
quando meno l’avverto:
verrà quasi perdono
di quanto fa morire,
verrà a farmi certo
del suo e mio tesoro,
verrà come ristoro
delle mie e sue pene,
verrà, forse già viene
il suo bisbiglio.

Parafrasi
A partire dal pensiero concentrato
studio con attenzione ogni singolo attimo
con la forza dell’attesa –
e non aspetto nessuno:
nell’ombra piena di tensione
osservo con attenzione il campanello
che diffonde in modo non avvertibile
un suono leggerissimo –
e non aspetto nessuno:
stando fra quattro mura
meravigliate della vastità
maggiore di quella di un deserto
io non aspetto nessuno:
ma deve venire,
verrà, se continuo,
a fiorire non visto,
verrà d’improvviso,
quando meno me l’aspetto:
verrà come riscatto
di tutto ciò che porta alla morte,
verrà a rendermi sicuro
del suo e del mio valore,
verrà come consolazione
delle sue e delle mie sofferenze,
verrà, anzi, forse sta già venendo
il suo sussurro.

spiegazione
La poesia è strettamente collegata alla ricerca della verità da parte del poeta, alla speranza in una fede che ponga termine alle sue inquietudini e incertezze. L’argomento è costituito dall’attesa di Dio, l’unica in grado di dare un senso all’esistenza. L’«immagine tesa», ovvero la tensione dell’autore, è dovuta al carattere inesprimibile di questa attesa, che non ha un contenuto preciso e e non è una persona umana («non aspetto nessuno») e tuttavia presenta la certezza che qualcosa di decisivo sta per avvenire o apparire quando usa l’espressione «con imminenza d’attesa».