Durante la seconda guerra mondiale, un ebreo si nascose, con quattro soldati austriaci, in una
buca scavata da una bomba.
Cominciò una pioggia incessante di schegge; improvvisamente una bomba uccise i suoi quattro compagni.
Egli prese il Rosario di uno di loro, e cominciò a recitarlo, poichè l’aveva imparato, dopo averlo sentito dire tante volte.
Alla fine della prima decina sentì come una mano che lo spingeva fuori dalla buca; trascinandosi nel fango, uscì di lì, e si gettò un’altra buca.
In quel momento una granata colpì la prima, dalla quale era appena uscito.
Alla fine di ognuna delle altre quattro decine, ebbe una forte ispirazione di cambiare buca; e quattro nuove esplosioni si verificarono successivamente nelle buche da lui lasciate.
La sua vita fu salva.
Sotto la vivissima sensazione della straordinaria protezione celeste, egli si convertì, e promise di dedicare la sua vita al servizio del Signore e della sua santa Madre.
La fine della guerra gli portò nuove sofferenze: la sua famiglia fu uccisa dai nazisti.
Egli mantenne la sua promessa.
«Lo battezzai nel 1952 – racconta mons. Fulton Sheen – e ora sta studiando per avviarsi al sacerdozio».
