sabato, 14 Giugno 2025
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Il perdono di una madre


Nelle carceri di Regina Coeli un condannato, al servizio delle S.S. tedesche durante la seconda guerra mondiale, accolse la visita del cappellano con parole oscene.
Dopo un po’ accettò di avere qualche conversazione con lui; ma dichiarò chiaramente: «Non riuscirà a convertirmi!».
Venuta la Pasqua, infatti, fu l’unico detenuto a rifiutare di accostarsi alla Comunione: «È un bel fallimento per un prete», diceva con sorriso beffardo.
Nel giugno seguente fu condannato a morte.
Il sacerdote si recò a visitarlo.
Con sua grande sorpresa, lo trovò profondamente mutato.
Che cosa era avvenuto?
«Padre, debbo dirvi una cosa. I libri che mi avete dato mi son piaciuti; però mi hanno lasciato tale e quale.
Però questa mattina, in tribunale, tra i parenti di cui io avevo ucciso i congiunti, ho riconosciuto bene una
signora, una madre alla quale io stesso ho ucciso il figlio diciasettenne con queste mie mani. Finito il processo,
quella signora vestita di nero, mi si è avvicinata; e, con le lagrime agli occhi mi ha detto: “Povero signore, ho pregato tanto il Signore e mio figlio per lei, perchè non la condannassero a morte”.
Ah, Padre, il perdono di quella madre mi ha sconvolto l’anima; le sue lacrime mi hanno turbato.
Sono cose troppo grandi.
Padre! Io credo, Padre; sì, io credo!».
Qualche giorno dopo, dopo essersi riconciliato con Dio, affrontò serenamente la morte.