giovedì, 28 Marzo 2024
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La libertà di essere di Cristo!


Dopo la festa di Pasqua, abbiamo ascoltato questo passo del vangelo: ”Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi perché era svestito e si gettò in mare”.
Penso che la nostra fede deve avere quello spirito dell’apostolo, quell’iniziativa di vivere prontamente la fede dopo la ri-conoscenza che Cristo è risorto, quel riconoscere, cioè, quel rivivere nel mio cuore l’annuncio della Pasqua che ora si è fatto vero.
E’ pur vero che Gesù per farsi riconoscere, compie un altro miracolo, ha quella pedagogia dell’insegnare all’altro, direi, porgendo la sua mano e nello stesso tempo chiede la scelta di essere suoi discepoli con tutto se stessi.
Il giorno delle Palme facevo questa riflessione:” Perché una scelta maturi e perseveri nel tempo, deve partire dal popolo. Quello stesso popolo prima acclama a Gerusalemme, poi ti lascia solo sulla strada del Calvario. Quello stesso popolo ricomincia dall’annuncio della Pasqua, poi vive la libertà dell’essere o non essere di Cristo.”
Gesù offre sempre la libertà di seguirlo perché sa che l’uomo vive una scelta concreta solo se preceduta dalla libertà di essere o non essere di Cristo.
Don Giussani insegnava: «Il problema fondamentale dell’uomo: Cristo sì o no»
La scelta di essere uomini che vivono una concretezza di fede ha anche il suo metro di misura: L’appartenenza a Lui in un cammino.
Non si tratta di un sentimento legato alla tradizione o alla pietà popolare, vissuta durante la settimana santa o come avviene spesso per le feste della Prima Comunione o della Cresima, ma di un cammino fatto dai passi nella quotidianità del tempo.
Spesso mi piace ripetere a me stesso quel pensiero di Claudel:” Sii benedetta nel tuo casto cuore! Santità non è farsi lapidare in terra di Paganìa o baciare un lebbroso sulla bocca, ma fare la volontà di Dio, con prontezza, si tratti di restare al nostro posto o di salire più alto..”.
(L’annunzio a Maria)
Vivere quella scelta di essere la differenza!
Il “problema fondamentale” non è vivere nel timore di non aver seguito, non cadere nella paura dei numeri, ma come Gesù, porre lo sguardo all’essenza della nostra fede che è la resurrezione.
“Si scorge sempre il cammino migliore da seguire, ma si sceglie di percorrere solo quello a cui si è abituati”.(Paulo Coelho)
Come l’evangelista Giovanni, è fondamentale poter dire ogni giorno:”È il Signore!»
Esclamare con il cuore la certezza che Lui è la risposta concreta alla mia domanda.
San Tommaso Lo riconosce dopo averlo toccato: ”Mio Signore e mio Dio”.
Tutto parte dalla visione della realtà che solo il cuore ci può suggerire, affinché la Grazia sia dono della ri-conoscenza di Cristo nel nostro cammino. Cristo si fa risposta alla drammaticità della domanda dell’uomo:“Chi sono e dove vado?”
La libertà non ci lascia tranquilli, ma ci conduce nel domani ad essere e a fare la differenza che coinvolge il mondo!
celia roberto