sabato, 17 Maggio 2025
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L’allarme suona per tutti!

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La violenta aggressione che si è verificata al Polo tecnico-professionale di Lugo rappresenta un fatto molto grave che deve interpellare le coscienze di tutti noi, cittadini di questa comunità. Da quell’episodio così doloroso, si è innescato un dibattito con un’escalation nei toni tale da fare smarrire il vero problema all’origine di tutto questo. Si dà pieno sfogo alle difficoltà dei tanti soggetti coinvolti nella scuola, emergono fatiche comprensibili e non riconducibili solo a quest’ultimo episodio di violenza in quanto rimandano ad un disagio più profondo e in atto da tempo. Sia in quell’Istituto come in altri.
Possiamo davvero pensare che la gravità di questi fatti, che fanno rimbalzare Lugo su tutti i media nazionali, riguardi solo il Polo e non sia il sintomo di un problema più diffuso?
Una pur giusta analisi delle cause di quanto avvenuto e di quali provvedimenti ora non può esimerci dall’affrontare in profondità il nocciolo di una questione che chiede altre risposte, oltre alle inevitabili sanzioni.
Un suggerimento ci è dato dal ragazzo che di fronte alle urla è intervenuto, dichiarando: «Non potevo fare finta di nulla».
Ecco, forse il modo per affrontare il problema oggi è proprio quello di metterci innanzitutto in discussione senza “fare finta di nulla”: ognuno di noi, a vario titolo coinvolto nel rapporto con i giovani, è chiamato a compromettersi.
Quell’allarme fatto suonare ripetutamente e impropriamente all’interno del Polo, impedendo il regolare svolgimento delle lezioni, che cosa esprime? Non si può infatti ignorare come anche questa circostanza faccia emergere in modo misterioso il desiderio di verità e di positività (com- pimento) che è proprio del cuore di ogni uomo. Anche degli studenti più violenti. Su questo punto siamo tutti dalla stessa parte!
Ma tale desiderio, pienamente umano, non trova soddisfazione nello sfogo di una rabbia più o meno comprensibile contro i colpevoli, nemmeno nell’attesa rassegnata che questa vicenda dolorosa venga dimenticata in fretta.
Dunque, da dove si può ripartire?
Si può ripartire dal cuore di ognuno di noi che rinasce in un incontro. Vale per gli studenti, gli insegnanti, gli educatori, le famiglie, il personale coinvolto nella scuola, la nostra comunità lughese. Vale per tutti. Un cuore spesso confuso e violento, a volte depresso, addormentato, apatico, ma in fin dei conti pur sempre animato da un desiderio di bellezza, di verità, di libertà, di giustizia, di felicità. Un cuore ultimamente buono, cioè fatto per il bene, nonostante tutte le incrostature.
Un cuore che però non può bastare a sé stesso. È infatti decisivo – per riscoprire questo desiderio di bene – incontrare qualcuno che possa testimoniarci quanto sia bello e valga la pena vivere, quanto la vita di ognuno di noi sia importante e non vada sprecata… Troppo spesso questi ragazzi non incontrano adulti capaci di valorizzare la grandezza del loro cuore; si sentono guardati con rassegnazione e delusione, mentre attendono uno sguardo di stima.
Solo davanti a testimoni credibili della bellezza della vita, solo con adulti in grado di risvegliare l’anelito di felicità che alberga nel loro cuore, a questi giovani può essere proposto un cammino di speranza per la loro vita, un cammino di educazione del loro desiderio, del loro cuore. Non servono adulti “sindacalisti” in difesa dell’una o dell’altra parte, non servono fazioni contrapposte, occorre una comunità di persone che – nel rispetto dei differenti ruoli – si prenda cura di questi ragazzi assumendosi la responsabilità di una compagnia, persone disposte a entrare con loro nella “selva oscura”. Proprio spesso ci richiama il Papa: «Per far crescere un giovane, ci vuole un intero villaggio». Recuperiamo tutti la responsabilità che è chiesta a ciascuno di noi, nessuno escluso, per far crescere questo villaggio.

Marzo 2025

Gli educatori e i ragazzi di Gioventù Studentesca e i volontari dell’aiuto allo studio di Lugo