giovedì, 28 Marzo 2024
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Omelia 8 agosto 2021 (XIX domenica del tempo ordinario anno b)


Continuiamo la meditazione sull’Eucarestia. In queste ultime tre domeniche la liturgia della parola ci propone la meditazione sul dono dell’Eucarestia, su questo pane che soddisfa il desiderio della nostra anima.
Non è un pane materiale, ma un dono vitale.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia”.
L’essenzialità del Cattolicesimo, è proprio nel dono dell’Eucarestia.
Ricordo un mio amico confratello che mi diceva sempre:
”Io diventerei protestante anche domani, ma non c’è il dono dell’Eucarestia e questo mi renderebbe vuoto”.
Abbiamo bisogno di questo pane nuovo per vivere un cammino.
Domenica scorsa abbiamo celebrato la festa del perdono di Assisi, questa offerta della Chiesa per il dono delle indulgenze.Non una pia pratica di devozione, ma quella scelta di essere una Comunità di santi, cioè, una Chiesa che nell’Eucarestia riconosce questa comunione con il Padre, altrimenti davvero la Messa sarebbe solo una coreografia ad alcuni eventi.
“Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.
Mercoledì 4 abbiamo celebrato la festa del Curato D’Ars e proprio il santo riguardo all’Eucarestia insegnava una cosa fondamentale:
E che immensa felicità proviamo in presenza di Dio, quando siamo soli ai suoi piedi, davanti al santo tabernacolo!”
Viviamo questo dono dell’incontro con Lui!
Senza questa adorazione, questo riconoscere l’essenzialità dell’Eucarestia, tutto rischia di diventare un fare vuoto.
“L’Eucaristia costituisce “la fonte e l’apice (“fons et culmen”) di tutta la vita cristiana”, come ci insegna il Concilio Vaticano II^ (LG II)
Sempre il Curato D’Ars usava questa provocazione:
”Non è la Messa troppo lunga ma la devozione che è corta”.
Riscopriamo allora questo dono che ci riporta all’ideale vero del Cristianesimo, all’incontro con Cristo che è presenza vera e reale nel dono eucaristico!
Perché ci confessiamo prima di ricevere l’eucarestia se non per vivere liberamente questa unione con Lui, per questo offrire la nostra fragilità e per riconoscere nel nostro cuore il bisogno di Lui?
Non bastiamo a noi stessi per salvarci.Abbiamo bisogno di un Altro.
Come riferivo agli sposi di queste ultime settimane:
”L’amore coniugale è un dono che viene dalla Grazia dello Spirito Santo non è un qualcosa di nostro, altrimenti durerebbe solo finché ci sarà uno scambio e mai la carità di essere l’uno per l’altro”.