martedì, 16 Aprile 2024
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Omelia domenica 27 febbraio 2022 (8^ domenica del tempo ordinario Anno c)


Il Vangelo di oggi è come un insieme di proverbi buoni.
Gesù usa questo tipo di insegnamento per essere compreso.
Non è un voler semplificare il messaggio evangelico.
Egli vuole che ognuno si renda partecipe della missione.
Bisogna essere protagonisti, cioè, consapevoli di ciò che siamo.
Spesso ripetiamo la frase che abbiamo ascoltato dal Vangelo:
” Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”
Il bello è che tutti pensano di avere la pagliuzza nell’occhio e che gli altri solo le travi.
Il Vangelo inizia in un modo molto chiaro:
” Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro”.
Noi siamo i discepoli e non i maestri.
Questo legame con Lui ci porta a saperci riconoscere.
Quando ci mettiamo al centro dell’attenzione, quando pensiamo di essere già arrivati e, quindi, rifiutiamo ogni confronto, come vi dicevo già alla festa del nostro Patrono san Biagio, non ci confrontiamo perché sosteniamo che il nostro metodo educativo sia già tutto e non ha bisogno della Grazia e, quindi, viviamo nell’autoaffermazione.
Mi viene in mente il pensiero di J.K. Lindberg:
”Le luci della ribalta ti splendono negli occhi e ti accecano: Gli altri ti vedono, ma tu non vedi gli altri”.
Noi siamo e, quindi, comunichiamo perché un educatore comunica ciò di cui fa esperienza ed è il legame col Maestro. Chi è il maestro, farà la differenza nella nostra sfida educativa.
“Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto”.
Gli altri porteranno con sé ciò che noi diamo.
A chi riceve, spetta poi lasciare spazio alla Grazia dello Spirito Santo affinché tutto proceda: La libertà di essere Suoi.
Dal Siracide abbiamo ascoltato:
“ Non lodare nessuno prima che abbia parlato,
poiché questa è la prova degli uomini”.

Non partiamo col pregiudizio!
Mettiamoci in gioco!
Viviamo l’esperienza del confronto!
Gesù ci chiama ad essere accoglienti del nuovo che incontriamo.
Personalmente penso che non ci sia persona più irritante di chi mette il “ma” ad ogni cosa che si fa.
Non ha compreso che il Vangelo non è un libro di regole, ma l’annuncio di quel nuovo che si rinnova al domani che viene.
La radice è sempre quella. L’albero è sempre quello.
C’è un dono unico: Il fiore produce il polline e le api (noi) lo trasportiamo ad altri fiori affinché ci sia una nuova primavera dello Spirito.