Quando noi ci svegliamo la mattina, facciamo il segno della Croce e, se riusciamo, una preghiera veloce di ringraziamento.
Gli ebrei osservanti, tutt’ora, ogni mattina fanno questa preghiera:”Ascolta Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno”.
“Questo brano in ebraico inizia con la parola Shemà, Ascolta, ed è così fondamentale che rappresenta la recitazione che noi compiamo ritualmente la mattina e la sera, tutti i giorni. Non è una preghiera, ma è una affermazione fondamentale di identità religiosa che sta proprio alla base, all’essenza della nostra esperienza. Quindi per noi è la base di tutto dal punto di vista religioso, è il fondamento col quale ci si identifica.”
Gesù non insegna un nuovo comandamento, né afferma il valore di quest’ultimo. Cos’è un valore?Una necessità nella tua vita.
Molte volte nel catechismo con i più piccoli sottolineo che spesso noi ci soffermiamo sul secondo comandamento: ”Amerai il tuo prossimo come te stesso”.
Spesso succede che viviamo la fede più come un “fare etico”, dimenticando che la fede nasce dall’amore che viviamo con Dio e che comunichiamo con l’uomo.
È la differenza tra etica e morale.
L’etica ti indica cosa fare, la morale è il fare delle azioni umane.
Da dove nasce la forza del fare, dal farsi prossimo, come insegna la parabola del Buon Samaritano, se non da un rapporto con Dio che viviamo come necessità della nostra vita?
“Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio; mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo. Invoco il Signore, degno di lode, e sarò salvato dai miei nemici. “(Salmo)
Pensiamo allo scriba del vangelo di oggi:” Ecco un uomo che cerca di conoscere. È un uomo alla ricerca di Dio, un uomo che vuole sapere come potere raggiungere Dio con sicurezza. Questo significa la sua domanda su quale sia il comandamento più importante.”
Quando medito questa pagina del vangelo, spesso riporto la stessa riflessione perché ritengo importante sottolineare questo legame tra i due comandamenti.
Come la preghiera del Pater Noster. Se ci riflettiamo è come divisa in due parti: La prima riguarda il mio rapporto con Dio e la seconda il come vivo questo rapporto con il prossimo.
Preparavo questa omelia di oggi proprio il giorno dopo la giornata della pace che abbiamo celebrato un mese fa.
La sera della messa mi colpiva come in tanti si alzavano per lasciare il posto agli ospiti dei centri immigrati che arrivavano man mano.
Vivo l’eucarestia nella carità.
Cercare Dio e viverlo nella realtà, rendere concreto un fatto, il mio incontro con Lui. E più questo legame diventa vero, più diventa carità il mio fare.
“Volan lassù le mie parole, i miei pensieri restano in terra: ah! le parole senza i pensieri mai non giungono in cielo”( Shakespeare –Amleto)