venerdì, 15 Novembre 2024
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Omelia Domenica 3 settembre 2023 (XXII Domenica del tempo ordinario Anno A)


La sera del lunedì della festa vi riportavo la provocazione a vivere la continuità della festa.
Il vangelo di questa domenica ci riporta al cuore quello che abbiamo meditato nel mese di agosto, in occasione della festa.
Questo mettersi in cammino con Cristo e viverlo nella compagnia di Maria.
Il dialogo tra Gesù e Pietro. Quest’ultimo rifiuta il sacrificio come tale, come, cioè, il vero dono che rinnova, vorrebbe un’altra soluzione.
Gesù, invece, ripete ciò che è stato detto e fatto dall’inizio, ciò che anche gli stessi profeti hanno profetizzato il canto del servo sofferente di Isaia in particolare:Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo di dolori, conoscitore della sofferenza, simile a uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e noi non ne facemmo stima alcuna. Eppure egli portava le nostre malattie e si era caricato dei nostri dolori”.
Caricarsi le nostre sofferenze, i nostri peccati ed offrirci così la redenzione!
È un mistero la croce , il perché Dio abbia scelto questo sacrificio per l’espiazione dei nostri peccati e noi viviamo questo Mistero, affidandoci alla Sua misericordia che ci sostiene nel viverla come tale.
Il vangelo conclude :Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».
Renderà, cioè, ci sarà un giudizio. Sempre nel vangelo di Matteo troviamo:”Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato”.
Mi pace ripetere la frase di sant’Agostino:”Ora, affinché avessimo anche il mezzo per andare, è venuto di là colui al quale noi si voleva andare. E che ha fatto? Ci ha procurato il legno con cui attraversare il mare. Nessuno, infatti, può attraversare il mare di questo secolo se non è portato dalla croce di Cristo”.
Questa meditazione che mi ha sempre affascinato, la riprenderemo poi il venerdì santo del prossimo anno perché ci aiuta comprendere che, entrando nel Mistero della redenzione, riscopriamo che solo l’Avvenimento ci può salvare. Come abbiamo ascoltato “è venuto di là”, Lui si è rivelato, non è un qualcosa di nostro.
San Pietro, come tanti e come anche noi, non aveva compreso questo. Pensiamo che è la nostra forza a salvarci. Invece, è la Grazia che ci salva.