La festa della prima confessione, la prima tappa che ci accompagnerà alla festa del perdono, anche per noi adulti è un’occasione per riflettere sul peccato.
Cos’è il peccato?
Tutti abbiamo un destino-vocazione: Incontrare Dio e il peccato è la strada che viene interrotta in questo cammino.
La confessione è riprendere questa strada ,ricominciare.
Come una persona che cade in un pozzo e si salva solo se un “Altro” interviene, si chiama “kenosi” il Figlio di Dio “discende” verso di noi.
Il sacramento della riconciliazione è il momento in cui noi ci lasciamo amare dal Padre.
Per amarlo dobbiamo essere liberi e, come già vi dicevo la domenica in cui abbiamo meditato il miracolo della pesca miracolosa: ”Lasciarono (gli apostoli) le reti e lo seguirono”.
Dio ama anche la nostra miseria. Questo è il bello della Sua misericordia.
Il Suo amore ci incoraggia a vivere la nostra fede.
Questa unione con Cristo ci spinge a vivere l’incontro con il prossimo.
Dio nella Grazia che passa solo attraverso il sacramento, ci da’ la forza per vivere da Padroni e non da servi.
Il perdono è la gioia di ricominciare, come già vi dicevo. Perché?
Perché riceviamo fiducia.
Dov’è la differenza tra la fiducia che danno gli uomini e quella di Dio?
“Ricucire un rapporto con chi ha tradito la nostra fiducia è possibile, ma è come rammendare un abito rotto : Il segno rimane indelebile “(Emanuela Breda)
Dio, invece, ci offe un abito nuovo.
Immaginate e sognate ad occhi aperti la 1^ comunione che celebreremo e festeggeremo il prossimo anno.
Il corpo di Cristo sarà il nostro abito nuovo.
Pensiamo alle feste quando indossiamo l’abito nuovo che ci hanno regalato genitori o nonni: Ci sentiamo e ci vediamo più belli.
Così è oggi per voi e per noi adulti quando viviamo una “bella confessione”.
Un guerriero dal passato piuttosto torbido chiese ad un anacoreta se pensava che Dio avrebbe mai potuto accogliere il suo pentimento.
E l’eremita, esortato che l’ebbe con molti discorsi, gli domandò: «Dimmi, ti prego, se la tua camicia è lacerata, la butti via?…»
«No», rispose l’altro: «la ricucio e torno ad indossarla.»
«Dunque», soggiunge il monaco, «se tu hai riguardo al tuo vestito di panno, vuoi che Dio non abbia misericordia per la sua immagine?»
