venerdì, 15 Novembre 2024
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omelia FESTA TUTTI I SANTI ANNO B 2024


Viviamo e gustiamo il dono di santi.
Perché questa beatitudine che abbiamo ascoltato dal vangelo è un dono che viene offerto a noi? Per prendere consapevolezza della potenzialità del frutto che è racchiuso nel seme della parola di Dio che è stato seminato in noi.
“Ogni santo è un riseminatore del seme che Dio gli dà”. (Domenico Giuliotti)
La santità è un dono per la Chiesa, perché è come l’acqua che viene offerta a chi ha sete affinché possa vivere con speranza al domani.
Che senso avrebbe altrimenti il vivere il sacrificio della povertà se non avessimo la testimonianza della vera ricchezza che è Cristo?
“Non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne”.(San Paolo)
I santi ci educano perché la vocazione è un passo dopo l’altro a riconoscere i segni di Dio nella nostra vita, questa “invisibilità” il Mistero di Dio, cioè, una presenza che si fa riconoscere.
Non consideriamo Dio come un “qualcosa” a cui poi diamo mille appellativi che poi non sono altro che “palliativi”.
“Abbiamo fame di tenerezza in un mondo dove tutto abbonda”. (Alda Merini)
Dio è presenza, è l’avvenimento nella nostra storia.
Questo Avvenimento, questo incontro con Cristo, io lo vivo nella realtà e divento protagonista di essa, cioè, vivo non solo per un cosiddetto “un mondo migliore o a misura d’uomo”. Non è uno slogan ecologista la Parola di Dio, ma è la via stessa a cui Dio conduce e ci offre i santi, come testimoni che l’incontro con Cristo è una certezza che si offre perché tu possa vivere. E l’uomo ha bisogno di vivere.
“Tra il libro del Vangelo e i santi c’è tutta la differenza che corre tra la musica scritta e la musica cantata”.(San Francesco di Sales)
Siamo parte di una comunità, come orchestranti (per riprendere il concetto di prima) di un grande orchestra che loda Dio per il dono della vita.
Una vita, come mediteremo domani, che non è solo ciò che è di fronte a me, come se il tutto si riducesse alla materialità del tempo. Senza il senso ultimo delle cose, non avrebbe senso e gusto, il vivere oggi.
Vi ricordate le ultime parole del santo Papa Giovanni Paolo II?: “Lasciatemi andare alla Casa del Padre”.
Solo chi vive con questa certezza e affidamento a Dio, può pronunciare con serenità.