mercoledì, 9 Ottobre 2024
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omelia NOTTE DI PASQUA – ANNO A 2023


Questa santa notte in cui siamo presenti solo gli adulti della Comunità è l’occasione per riflettere sull’esperienza della morte che abbiamo vissuto nelle nostre famiglie, quell’esperienza della morte vissuta con una certa serietà e non banalizzata o sdrammatizzata come ora vuole presentare il mondo, come lo è la festa di Hallowen o l’espressioni del tipo”La terra ti sia lieve ecc…”
Nella notte di Pasqua viviamo quel cammino vero della fede che è l’incontro con Cristo.
Mi insegnavano che per comprendere il Vangelo occorre leggerlo al contrario, cioè, per scoprire il senso del Natale dobbiamo vivere prima la Pasqua.
Come ci insegnavano in filosofia, la causa finale dà un senso alla causa iniziale.
La risposta al perché Cristo si è incarnato la troviamo nel perché Cristo è risorto.
“Solo Dio che entra nella storia come uomo può vincere la paura profonda”.(Don Carron)
La paura che tutto possa concludersi nel nulla.
Abbiamo bisogno della sua Presenza per riscoprire che non siamo soli.
La luce della santa notte di Pasqua ci guida anche nel buio del dolore della morte.
Ecco perché il segno del Cero pasquale durante il rito delle esequie.
Anche noi nel dolore vorremmo sentire quella voce:”Donna non piangere”.Un’assurdità che ci sconvolge.
Cristo è un avvenimento e ci fa compagnia nella Chiesa.
È una presenza viva la Chiesa.
Nell’Eucarestia, il dono della Sua passione rivive, è memoria, non memorabile. È, cioè, una certezza, non un ricordo.
“Cristo non annulla il dramma e il dolore della separazione dai propri cari, ma rende possibile un altro modo di viverli e di stare davanti alla morte, in cui non domina il nulla, ma la certezza della sua presenza vittoriosa, di un abbraccio senza fine “.(Don Carron)
Solo con la Sua incarnazione vivremo oltre la materialità di questo mondo. È luce sul buio della vita.
Lo abbiamo meditato nella 4^ domenica di Quaresima. La guarigione del cieco, il buio della fede di fronte alla morte ci pone la domanda del cercare.
La Chiesa è come le lucciole; ha bisogno di un po’ di tenebre per splendere”.(Charles Peguy)