sabato, 27 Luglio 2024
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COMPRENDERE(angelus Don Giussani)


Noi sappiamo già tutto, ma è il comprendere che ci
manca. La Madonna non sapeva niente. Nell’istante misterioso di quell’avvenimento misterioso, ha compreso tutto
subito nel Fiat a Dio , nelle braccia che si allargano, nel cuore
che si dà.
Abbiamo bisogno di comprendere quello che sappiamo,
di comprenderlo con la mente e col cuore. Certo , questo è un
dono come l’ annuncio fatto alla Vergine. Ma i I dono fatto alla
Vergine è il premio di una infinita schiera di profeti che
riviveva nel cuore semplice e puro della Vergine; così questo
miracolo per cui in noi scoppi la luminosità e la gioia
pasquale della comprensione può essere solo risposta, Grazia
di Dio a noi che diventiamo domanda , a noi in cui si riflette
la profezia della storia umana da quando l’uomo è stato
creato, la sete del Dio vero, la sete di ospitare consapevolmente
fino al sacrificio della morte il Mistero da cui proveniamo.
«Ritorni sul nostro cammino e la sua parola ci infiammi».
Chiediamo alla Madonna questa Grazia , come è accaduta a
lei.
Come è bella la giornata in cui, comunque sia il proprio
stato d’ animo, qualunque sia lo stato fisico in cui ci si trova,
aprendo gli occhi, o aprendo la finestra, ripercependo tutta la
realtà, uno dice: «La realtà è Cristo». Perché non c’è nessun’altra verità. La verità è la luce, per questo il nostro cuore è
così offuscato o, come dice una preghiera, «oppresso». Non
viviamo forse la nostra vocazione cristiana, che dovrebbe
essere la strada su cui corriamo, oppressi? Proprio la strada
che libera, non diventa sorgente di oppressione per noi?
Perché non comprendiamo. Il comprendere è indicato dalla
parola più breve di tutto quanto il grande libro, la parola più
breve di tutta la Bibbia: Fiat, sì.
Perciò chiediamo .alla Madonna la Grazia di questa capacità
di comprendere più profonda, che penetri fin nelle radici
di tutto ciò che sappiamo. Perché non lo sappiamo fino a
quando non lo comprendiamo; fino a quando uno non decide,
la verità non è ancora verità. Perché una cosa sia riconosciuta
vera bisogna che insieme all’intelligenza anche il cuore
intervenga. Questa è la decisione per l’esistenza, cioè per la
vocazione.