C’era una volta una giovane candela, felice e spensierata, finché un giorno volle sapere a cosa serviva il filo bianco che le spuntava dalla testa. “Per essere accesa”, le rispose una vecchia candela, rivelandole che si trattava di qualcosa di molto doloroso.
Dopo qualche tempo, le si avvicinò un fiammifero e così parlò alla giovane candela: “Oggi ti accenderò”. Ed ella, spaventata: “Oh no, povera me, se mi accenderai la mia vita finirà presto: non farmi questa cattiveria!”
Così il fiammifero le chiese: “Quindi preferisci trascorrere i tuoi giorni dura e fredda, senza mai brillare?”. Allora la candela domandò: “Ma per brillare mi devi per forza bruciare? Ciò mi farà male, condannandomi alla fine”.
Il fiammifero spiegò: “Hai ragione, ma questa è la nostra missione: essere luce. Io, in quanto fiammifero, posso fare poco – la mia fiamma è piccola e la mia esistenza breve – ma se ti passerò il fuoco avrò raggiunto lo scopo della mia esistenza. Tu sei una candela, e il tuo obiettivo è brillare.” E continuò : “Il tuo dolore e la tua energia si trasformeranno in luce e calore per un po’ di tempo.”
Fu allora che la candela comprese, e senza esitare disse al fiammifero: “Accendimi, sono pronta!”. E così fu luce.