sabato, 27 Luglio 2024
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Fede è realtà (don Roberto Celia)


Spesso ci capita di riflettere su questo argomento perché il confronto con la realtà è ciò che caratterizza la fede. Tutti abbiamo in mente il passo della lettera di San Giacomo che bisogna leggere con attenzione. La Bibbia si legge nei dettagli.
”La fede se non ha le opere, è morta in se stessa. Qualcuno, al contrario, potrebbe dire: “ Tu hai la fede ed io ho le opere. Mostrami la tua fede senza le opere ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede”.
Se ci sono le opere c’è la fede perché c’è un riscontro, cioè, un’esperienza che non sia solo un dramma, sia ora il covid 19 o una malattia.
La fede non fa esperienza del “Vero” solo se c’è una mancanza. Lo è anche nella gioia.
Isacco di Ninive scriveva:”Rimanetegli vicini e obbedienti nei giorni della prosperità. Potrete contare sulla sua parola nei giorni difficili poiché la preghiera vi renderà sicuri della sua costante presenza”.
La fede è un fatto, cioè, un rapporto con il reale, con tutto ciò che vivo.
Penso spesso ad un paragone che può esserci utile.
Faccio un viaggio e quando arrivo alla meta, inizio a contemplare o a discutere…
Hai mai pensato che il viaggio fa parte della meta?
Separiamo le due realtà come se la vita avesse un senso solo se c’è un evento. Riscontriamo discontinuità, confusione e questo, oggi più che mai, porta solo ad una meta comune e per dirlo con le parole di Benedetto XVI, è frutto della “dittatura del relativismo”.
Nell’omelia di Pasqua portavo un paragone:”Siamo come i bambini viziati che vivono solo della felicità momentanea della sorpresa dell’uovo di Pasqua e poi subito ne aspettano un altro”.
Una continuità e un confronto con la vita ci porta a scoprire ogni giorno ciò che fa parte di noi e noi di essa.
Cos’è un’idea?
Cristo:”Don Camillo, cos’è per un’idea”. “Idea, per me, povero prete di campagna, è una lampada che si accende nella notte profonda dell’ignoranza umana per svelare un poco della grandezza del Creatore”. Cristo sorrise.”Con le tue lampade non sei lontano dal vero, povero prete di campagna”. (Il catechismo secondo Guareschi ed. Piemme)
Si entra nel Mistero di Dio con un passo dopo l’altro.
E’ un continuo stupirsi della sua amicizia che ci coinvolge solo se apriamo il nostro cuore al rapporto con Lui. Vivere l’amicizia con Gesù significa entrare in un rapporto interpersonale. Non è più una separazione dal mondo e dal cielo, ma quell’unione che ci fa riscoprire il dono del cielo.
Come dicevo sopra, l’idea è un passo in avanti verso il Mistero.
Noi confidiamo in questa compagnia che ci porta in avanti.
Questa è la fede:Riconoscere Dio nella realtà.
Questo dramma fa muovere il cuore verso la risposta alla vera domanda che fa nascere in noi il dono della fede che non è una risposta totale, ma un continuo movimento.
Già una volta ripresi questo pensiero di Michelangelo: “La fede nell’esistenza di Dio e la negazione dell’esistenza di Dio hanno un punto in comune: Il desiderio di Dio.”
Una fede che si ripiega in se stessa è come la depressione di Maria che dopo la morte del fratello Lazzaro, si chiude in se stessa. (cfr Epicoco “Maria; Marta e Lazzaro ed. Tau pag 64-65)
Non dare per scontato ciò che pensi di avere!
Vivi invece il desiderio di essere quel che ancora ti manca per scrivere nei tuoi passi la pienezza del tuo destino!