giovedì, 25 Aprile 2024
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omelia 3^ DOMENICA DI PASQUA – ANNO c (domenica 1 maggio 2022)


Con la festa della 3^ domenica di Pasqua, non solo inizia il mese mariano, ma continua la proposta di fede che Gesù rivolge ai suoi apostoli ed anche a noi.
Che questo mese diventi occasione per maturare il cammino di fede, chiedendo l’intercessione della Madonna nei momenti in cui tutto sembra che vacilli!
Come abbiamo ascoltato dal vangelo, è successo anche agli apostoli:
” Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù”.
Ogni volta che rileggo passi del vangelo come questo, voglio ripetere a me stesso che solo la Grazia di Dio è la forza della fede.
Solo in questo dono del Divino, l’uomo può riconoscere Cristo.
Gesù viene incontro alla nostra fragilità.
Concede il miracolo: “ Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!».
Un dono questo per aiutare i suoi apostoli ad intraprendere poi la missione.
Noi partiamo per un cammino quando siamo certi di una meta.
Quale meta è viva nel cuore dell’uomo?
Pietro viene chiamato a seguirlo.
Una sequela preceduta da uno dei colloqui più belli tra Gesù e Pietro.
“Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene».
Le parole del vangelo non sono messe lì per caso o, diremmo, “per far rima”.
Leggiamo tra le righe:”Gesù chiede se lo ama e Pietro risponde invece ti voglio bene”.
C’è differenza tra amare e voler bene.
L’appartenenza a Dio è amore. E’ come il 4^ comandamento :”Onorare e non rispettare i genitori”.
Quando preparavo questa omelia, avevamo da poco celebrato la 4^ domenica di quaresima, quando abbiamo meditato la parabola del Padre Misericordioso e vi dicevo la differenza di quando il figliol prodigo, prima, nell’esame di coscienza, dice:
” Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”.
Quando poi incontra il Padre e viene perdonato, egli dirà:
” Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”.
La parte diremmo “della penitenza” il “trattami come uno dei tuoi salariati” l’omette.
Eppure il Padre lo perdona lo stesso. Come fa Gesù con Pietro:” Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene»
Gesù non condanna il fatto che Pietro non abbia quell’amore verso di Lui.
Lo accoglie ed è paziente. Sa che ha bisogno di Altro per convertirsi.
Ha bisogno del dono dello Spirito Santo nella festa di Pentecoste.
La fede è un continuo movimento. Come diceva il Papa portando il paragone della bicicletta per stare in piedi bisogna pedalare.
La fede è un cammino in avanti. Come il mese di maggio: Un cammino nella compagnia della Madonna.
“L’amore come il fuoco non può sussistere senza un movimento continuo e cessa di esistere quando cessa di sperare e di temere”. (Francois De La Rochefoucault)