lunedì, 13 Maggio 2024
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omelia COMMEMORAZIONE DEFUNTI – 2 novembre2022


La Chiesa ci invita alla meditazione di questo giorno e, come abbiamo imparato al catechismo, a riflettere su”I nuovissimi, Inferno, Purgatorio e Paradiso”.
Troppe volte diamo per scontato che c’è un giudizio finale e, spesso, pensiamo di essere noi i giudici anche dell’altro mondo.
Come ripeto spesso:”Non è la letterina dei funerali il metro di giudizio della fede del defunto”. Ho notato che non si parla mai della fede ma di tutt’altro. Spesso è solo un’autoaffermazione di ciò che tu hai fatto per lui.
La misura della fede che Dio usa, è quella che tu hai vissuto in questa terra come occasione di annuncio.
Il Vangelo di questa giornata ci propone vari spunti dell’accoglienza da Parte di Gesù:”«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: Colui che viene a me, io non lo caccerò fuori…”
Oppure la parabola del Giudizio universale:“In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: Questi al supplizio eterno, i giusti, invece, alla vita eterna».
Infine la pagina che abbiamo meditato anche ieri nella festa di Tutti i santi, il brano delle beatitudini:”Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Sono passi del Vangelo che ci riportano al cuore la certezza che Dio esiste.
Una presenza di accoglienza, quindi misericordia, ma anche giustizia e infine promessa del dono del Paradiso.
In questo cammino, l’uomo si confronta sempre con l’altro,occasione per vivere ciò che ha conosciuto, che ha amato e si è lasciato amare.
Senza questo “feedback”, cioè, senza questo incontro con l’altro, questo rapporto sia con Dio che con l’uomo, cosa veramente è la fede?
È vivere con tutto se stessi.
Come diceva don Giussani: ”Vivere intensamente il reale”, cioè, non limitarsi all’attesa, al sol guardare ecc.. ma proporre se stessi come testimoni di un incontro con Cristo che ha cambiato la nostra storia.
Solo in questo incontro riscopriamo di far parte del destino di Dio, di vivere, cioè, una vera vocazione battesimale.
Fin dal Battesimo siamo chiamati al dolce amore del Paradiso.
“La più piccola delle candele ci insegna che per fare un po’ di luce vale la pena di consumarsi fino in fondo”.(FerencMolnar)
Questo hanno fatto tanti testimoni della carità.
Penso a quelle persone che hanno assistito per la tutta la loro vita, i figli disabili,i genitori ammalati ecc…
Questo consumarsi, questo esserci al momento della sete ed offrire un bicchiere d’acqua ec…
Noi siamo qui per pregare per loro, per le anime del Purgatorio in particolare.
Questa carità noi offriamo per loro.
La preghiera è carità perché è movimento del cuore verso l’altro.
Il teologo Maritain insegnava: ”A proposito della Chiesa del Cielo, noi possiamo e dobbiamo dialogare volentieri con i defunti. Essi sono ancora interessati a ciò che in vita stava loro a cuore e che hanno amato”.