lunedì, 29 Aprile 2024
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omelia della XX DOMENICA DEL Tempo Ordinario ANNO A (Domenica 20 agosto 2023)


In questa domenica in cui in molti siamo presenti per vivere la festa della Madonna della Pietra, la liturgia della parola ci invita a riflettere sulla preghiera come valore.
Riconoscere il “valore” della preghiera! Inizia così la costanza e anche l’ insistenza nel farlo! Come abbiamo ascoltato dal vangelo:”Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!”
La preghiera è riconoscere un bisogno che parte dall’umiltà: ”«Pietà di me, Signore, figlio di Davide!” E poi vedere in Lui la risposta a questo bisogno: ”Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!»
La preghiera è mendicare la Sua misericordia. Solo così riconosciamo un valore che arricchisce la nostra fede.
Spesso ripeto questa frase:”Pregare nel momento del bisogno non è sbagliato. Gesù stesso ci ha insegnato a chiedere “Bussate e vi sarà aperto…” Pregare solo nel momento del bisogno è sbagliato perché vuol dire che noi vediamo Dio come una “cosa” e non più un rapporto”.
Riflettiamo sul nostro rapporto-devozione con la Madonna.
Se la preghiera è costante e, come diceva Dostoevskij con parole simili:”Se pregassimo solo per ringraziare, non chiederemmo più nulla perché scopriremo col tempo che Dio ci dà tutto quello di cui abbiamo bisogno”.
Se ci pensiamo, la stessa cosa avviene in famiglia. Se c’è un rapporto costante, basta guardarsi negli occhi e ci si capisce senza bisogno di parlare.
La preghiera è questo cercarsi. Se ci limitiamo a “chiedere” diventa una “cosa da fare”. Ripeto anche a me stesso quello che scriveva san Giacomo nella sua lettera:”Chiedete e non ottenete, perché chiedete male”.
Cosa dobbiamo invocare e ripetere nella preghiera?
Basta solo ripetere la frase del Pater Noster :”Fiat voluntas tua”.
Mi affido a Dio e lo faccio col cuore.
La preghiera che direi “più vera” rimane l’Eucarestia, partecipare attivamente alla S. Messa, anche feriale, perché in questo dono in cui il Figlio diventa carne nella mia vita, anche se mi distraggo, anche se ho mille pensieri, anche se il mio cuore è affannato, Lui c’è.
Durante la mia esperienza pastorale con voi, vi ho sempre proposto un passaggio e lo farò anche fino ad annoiarvi: Ricordarvi che il vivere l’Eucarestia (la messa ferale e l’adorazione eucaristica) non solo per le occasioni di trigesimi o anniversari e altro perché lì si partecipa più per l’uomo che per Dio.
La preghiera è andare alla ricerca di Dio.
Vi riporto il primo passaggio del vangelo di oggi:
”In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco: Una donna Cananèa che veniva da quella regione si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide!”
Questa donna si parte da lontano per andare a cercare Gesù.
Compie un cammino penitenziale.
Anche le prossime di questi giorni, sono un cammino penitenziale non del corpo ma dello spirito.
E la fede fa sì che questo cammino diventi pellegrinaggio, cioè un vivere la fede con una meta. La Madonna diventa così la vera compagnia che viviamo nella Chiesa perché la preghiera è comunitaria. Come gli apostoli andiamo da Gesù e gli diciamo: ”Esaudiscila”.
Viviamo insieme la carità come Comunità!
La preghiera è carità perché è il movimento del cuore.