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omelia domenica 17 novembre 2019

XXXIII DOMENICA T.O. ANNO C (Giornata mondiale del povero)
In questi ultimi anni, da quando il Papa ha voluto la “Giornata mondiale dei poveri”, siamo invitati a riflettere sul dono che noi abbiamo nel vivere quello che il Papa stesso, per questa giornata ha proposto come slogan: ”La speranza dei poveri non sarà mai delusa”.
Noi viviamo questa occasione di simpatia verso il povero perché desideriamo offrire, innanzitutto, la speranza. Non vogliamo rivivere quello che spesso viene ribadito assistenzialismo ma quella crescita insieme che coinvolge tutti, quell’essere risposta alla povertà esistenziale e non solo a quella materiale.
Molto bella la preghiera “Cristo non ha mani” che si conclude:
” Noi siamo l’unica Bibbia
che i popoli leggono ancora
siamo l’ultimo messaggio di Dio
scritto in opere e parole”.

Bisogna partire dalla consapevolezza che l’annuncio di Cristo è l’incontro con l’altro, l’incontro che coinvolge noi stessi, il farsi prossimo,come ci insegna la parabola del Buon Samaritano.
Non siamo pietre in riva al fiume che si bagnano dall’acqua che passa. Non pensiamo che basti il vivere la frescura che essa porta, ma siamo radici che vivono la sete di Dio e la offrono nei loro frutti.
Voglio riportare un passo del messaggio di quest’anno che mi ha colpito appena l’ho letto: «L’opzione per gli ultimi, per quelli che la società scarta e getta via» (Ibid., 195) è una scelta prioritaria che i discepoli di Cristo sono chiamati a perseguire per non tradire la credibilità della Chiesa e donare speranza fattiva a tanti indifesi. La carità cristiana trova in essi la sua verifica, perché chi compatisce le loro sofferenze con l’amore di Cristo riceve forza e conferisce vigore all’annuncio del Vangelo”.
Lo stesso Pontefice ha ribadito:” È necessario un cambiamento di mentalità per riscoprire l’essenziale e dare corpo e incisività all’annuncio del regno di Dio”.
La carità sperata dall’annuncio, diventa altro…. proposta, soprattutto, di vivere la carità nel cammino catechistico o nelle altre varie proposte di un cammino parallelo alla liturgia.
Mai fermarsi soltanto alla consegna del cesto degli alimenti le domeniche di Avvento o di Quaresima! È una proposta, ma non una soluzione.
Annuncio è offrire all’altro quella speranza che solo in Cristo l’uomo può vivere con quella sazietà tipica dell’uomo.
Scriveva H. E. Manning:”La speranza è una sorgente di gioia e la gioia una sorgente di forza”.
Carità è, soprattutto, presenza accanto all’altro, presenza che è testimonianza di una missione verso…
“La speranza si comunica anche attraverso la consolazione che si attua accompagnando i poveri non per qualche momento carico di entusiasmo, ma con un impegno che continua nel tempo. I poveri acquistano speranza vera non quando ci vedono gratificati per aver concesso loro un po’ del nostro tempo, ma quando riconoscono nel nostro sacrificio un atto di amore gratuito che non cerca ricompensa”. (Papa Francesco)