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omelia domenica 18 aprile 2021

III^ DOMENICA DI PASQUA ANNO B 2021
Siamo nel cammino del tempo di Pasqua, un cammino che preferirei chiamare pellegrinaggio. Passo dopo passo, Gesù ci viene incontro e ci offre il dono della fede nel riconoscere in Lui la redenzione che si attualizza nella resurrezione.
Siamo poveri nella fede. Come per i discepoli che abbiamo ascoltato dal Vangelo, abbiamo il timore di credere e Gesù ci offre questa certezza, diremmo, “le prove” che Lui è veramente risorto.
“Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate”.
Fa un cammino educativo con noi.
Non impone la sua presenza, ce la offre, così come ci offre il perdono.
Lo abbiamo ascoltato sia dalla prima che dalla seconda lettura.
“Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati». (prima lettura)
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto”. (seconda lettura)
L’inizio della conversione sta nel riconoscere in Cristo la salvezza, il perdono dei peccati.
Papa Francesco diceva:
Perchè andare a confessarsi non è andare in tintoria perché mi tolgano una macchia. No, è un’altra cosa. Pensiamo bene cos’è. La prima espressione che spiega questo sacramento, questo mistero è: “Abbandonarsi all’Amore”; la seconda: “lasciarsi trasformare dall’Amore”; e la terza: “corrispondere all’Amore”. Ma sempre l’Amore: Se non c’è Amore nel sacramento, non è come Gesù lo vuole”.
Nella festa di Pasqua noi viviamo questo inizio nuovo.
Come ci ha suggerito san Pietro nella prima lettura:” Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni”.
La bellezza della fede che ci coinvolge nel nostro fare, diventa comunicazione con l’altro e fa sì che poi, nella Grazia del perdono, diventa comunione.
“La missione di annunciare Cristo risorto non è un compito individuale: E’ da vivere in modo comunitario, con il collegio apostolico e con la comunità”.(Papa Francesco)
La gioia della Pasqua è la festa dell’essere comunità, guidata dal Suo Pastore, Gesù.
Solo nel seguire e nel perseguire l’ideale che Cristo è risorto, quindi, il riconoscersi come comunità di redenti, anche la prassi del perdono diventerà familiare.
Non porterà il peso e la fatica, di amarsi e di riconciliarsi.
Anni fa, prima di Pasqua, notavo il dolore del distacco, dovuto all’inimicizia tra fratelli o altri familiari, il dolore di vivere separati, soprattutto a Pasqua, tempo di perdono.
Invece oggi con rammarico noto che non ci si pone neanche il dramma del non essere più fratelli.
“ O l’uomo è angelo di luce, icona di Dio e sua somiglianza, oppure porta l’immagine della bestia e si fa scimmia”.(Pavel Evdokimov)
Non lasciamo che la tentazione dell’indifferenza prenda il posto alla speranza.
Cristo è risorto, alleluia!
Cristo si offre e ci conduce sulla via maestra.
Ci conduce alla vita e, quindi, all’amore vero perché siamo stati amati per prima.