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omelia domenica 22 marzo 2020

IV^ DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A 2020
Ricordo che quando frequentavo il corso su san Giovanni, il nostro professore ci fece studiare in modo particolare due brani del vangelo.
Su uno abbiamo meditato domenica scorsa: “La samaritana-il segno dell’acqua”.
Oggi il passo del vangelo è anche chiamato: “La guarigione del cieco Bartimeo-segno luce”.
L’evangelista riporta più volte l’importanza della similitudine Gesù-Luce.
Possiamo rapportare il brano anche al dialogo tra Gesù e Marta, dopo la morte di Lazzaro. Per tutto l’annuncio del vangelo, fa da fulcro la domanda:”Tu, credi nel Figlio dell’uomo?”
È la domanda capitale che ci chiede una risposta non limitata al sentimento ma ad una scelta di vita.
Nell’ultima domenica del tempo ordinario, prima di iniziare, appunto, la quaresima, abbiamo ascoltato il vangelo in cui Gesù ci ha chiesto di “Essere e fare la differenza”, di amare i nemici, di fare la carità a chi non ci dà un ritorno ecc…
Bisogna fare una scelta.
Crediamo che Gesù è il Cristo?
Nel buio non possiamo riconoscerci. Dobbiamo offrire all’altro l’incontro che abbiamo avuto con la vera Luce della nostra vita.
Come diceva Platone:”E’ di notte che è bello credere alla luce”.
Non aver timore di sentirsi smarriti nella vita.
Ci offriamo a Dio, come il cieco Bartimeo:” Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui”.
C’è una ricerca di Dio. Ognuno di noi ha il suo “senso religioso” e il riconoscere in Gesù la risposta totale.
Come abbiamo meditato la prima domenica di quaresima, “Qual è il vero bisogno dell’uomo? Il pan materiale o la fame di Dio?”
Potremmo dire che la risposta ce la insegna in modo sintetico Andrè Manranche:“Cristo è la risposta totale di Dio alla domanda totale dell’uomo “.