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omelia domenica 24 gennaio 2021

III^ DOMENICA DEL Tempo Ordinario ANNO B 2021
Continuiamo il nostro cammino di riflessione sulla vocazione alla fede. Domenica scorsa ci siamo soffermati sulla vocazione di Giovanni e di Andrea. Oggi la pagina del Vangelo riporta la chiamata degli altri apostoli.
Tutti conosciamo l’invito:«Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini».
Questo invito non si limita solo ad una chiamata, ma anche all’azione di “Pescatori di uomini”.
Ha un significato molto particolare. Significa “Salvare gli uomini che stanno per annegare”.
Gesù offre la salvezza della vita.
E’ un’offerta condivisa dagli apostoli che arriva a noi.
E’ l’invito a riscoprire, innanzitutto, il senso della vita, altrimenti tutto ciò che noi siamo non avrebbe senso, anzi si concluderebbe nel nulla.
Questa chiamata, naturalmente non casuale,fa riflettere sul perché non chiama a seguirLo quelle persone che diremmo “erano scontate” come Lazzaro e le sorelle Marta e Maria, oppure i sacerdoti come Giuseppe d’Arimatea o Nicodemo.
In questa chiamata che ci coinvolge c’è una grazia che ci sorprende così come ha sorpreso gli stessi apostoli.
La bellezza della fede è questo Mistero che ti viene incontro, che ti coinvolge e che nello stesso tempo ti sconvolge : ”Perché proprio io?”
Questa domanda ti pone sempre in confronto e nella preghiera ti porta a ricercare e a vivere così il tuo destino.
Oggi si celebra anche la festa di san Francesco di Sales, questo grande vescovo che ha vissuto tutto il suo apostolato nel confrontarsi e nel catechizzare e, quindi, a vivere la missione dell’annuncio in un’ epoca in cui il confronto con l’allora Protestantesimo, metteva in dubbio tutto ciò che avevi imparato al catechismo.
Dio chiama i suoi discepoli non a caso, ma offre ad ognuno di noi quella
strada che sei chiamato a percorrere in quel determinato tempo e
nel corso della storia di incontri che rendono unica la tua vita.
Anche nella storia di Giona che abbiamo ascoltato nella prima lettura, abbiamo rilevato l’invito a confrontarsi con una città, Ninive che aveva rifiutato Dio. Egli vive questa testimonianza con coraggio, nel portare un annuncio di conversione:” Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta».
I profeti non annunciano solo una sventura, diremmo “una lamentazione di un fatto, il pessimismo”, ma offrono anche la proposta, l’invito a convertirsi per non perire.
La prima lettura conclude così: ” Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece”..
C’è un invito a riscoprire che Dio salva dal nostro naufragare nel peccato che spesso si presenta giustificabile e diremmo:”Che male c’è?”.
Mi piace riportare una frase di Mario Pomilio che ripeto spesso: ”Quand’anche navigassi per mari stranieri, verrò sempre a far naufragio nel tuo, Signore”.