sabato, 27 Luglio 2024
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omelia domenica 24 ottobre 2021 (XXX domenica del tempo ordinario anno b)


Il vangelo di questa domenica ci invita a riflettere sul dono del “vedere” perché ogni miracolo va letto “tra le righe”. Gesù ci sprona a saper guadare oltre la sola guarigione fisica. Infatti Lui opera in una circostanza di sofferenza per offrici una dimensione della fede che spesso abbiamo dato per scontato:La circostanza del saper vedere Dio.
Spesso ci capita di voler vedere altro, ciò che non è necessario.
E in più occasioni ho detto che il problema della povertà di oggi, sta nel fatto che il superficiale lo abbiamo fatto diventare necessario, è ciò che è necessario come se fosse sempre e solo un diritto.
Vi riporto un passaggio che mi ha fatto riflettere da un paio di mesi, da quando abbiamo iniziato le iscrizioni per le cresime.
I giovani non hanno varcato la soglia della Chiesa neanche per il semplice fatto di dire “mi interessa” e quando ai genitori che venivano per iscrivere i propri figli facevo la proposta di iniziare a venire alla S.Messa domenicale, non di riprendere perché neanche prima c’era la presenza, ti guardavano come per dire:”Iscrivimi a sto corso, perché a me interessa togliermi il pensiero della Cresima o perché a me interessa il padrino o perché devo farlo ad altri”.
Questo è un segno del come la fede non si confronta con la realtà ma
per usare un termine moderno,”naviga”, cioè, sta in superficie.
Gesù ci invita invece ad andare oltre lo sguardo di questo mondo. Tutto parte se c’è un bisogno:” Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Riconosce in Cristo una risposta ad un suo bisogno ed offre la sua debolezza “Abbi pietà di me”. A differenza di Giovanni e Giacomo, come abbiamo meditato domenica scorsa che a Gesù gli dico:”Ti chiediamo che tu faccia”.
Questo porsi umilmente di fronte a Lui ci mette in gioco nella fede.
Cercare Cristo. Come diceva Blaise Pascal:”Tu non mi avresti cercato, se non mi avessi già trovato”.
Cerchiamo veramente lo sguardo di Cristo!
Lasciamoci amare da Lui!
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato».
Gesù si lascia trovare, offre quella risposta che è tenerezza.
Ama l’uomo che ha di fronte.
Come abbiamo ascoltato dalla prima lettura
“Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno, perché io sono un padre per Israele”
Bello il passaggio “Io sono un Padre”.
La bellezza del miracolo è questo incontro con Lui.
Domani inizieremo il settenario dei defunti.
Pregheremo per i nostri cari e, in particolare, per coloro che vivono un dramma più umano perché hanno perso la fede o per il lutto di un familiare giovane e cercano questa risposta.
Gesù si offre come dono della vera luce che illumina la via alla salvezza.
“Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia”.
È il salmo che ci ispira fiducia in Colui che può tutto.
Allora affidiamo a Lui questa settimana, questo sentimento vero in Colui che è Luce delle genti, in Colui che è luce della nostra vita..