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Omelia domenica 25 aprile 2021

IV^ DOMENICA DI PASQUA ANNO B 2021
Nella chiesa ortodossa si usa una metodologia diversa nello specificare il calendario delle domeniche. Ad esempio, noi oggi diciamo:”4^ domenica di Pasqua” invece loro dicono:”La domenica del buon pastore”, una metodologia che già aiuta ad entrare nella meditazione della liturgia della parola.
In questa domenica del buon pastore, la chiesa celebra la GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI, un invito rivolto a tutti noi per pregare per le vocazioni alla vita consacrata.
Una Chiesa senza pastori, diventerebbe come un gregge senza pastore.
“Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”.(Vangelo)
Gesù si offre a noi come guida verso la salvezza ed invita soprattutto i giovani, a seguirlo nella strada della vocazione alla vita consacrata, a seguire il proprio destino-vocazione a cui chiama tanti di noi.
La vita si realizza solo quando si ama nella pienezza della Grazia che Dio ci ha offerto nel dono del Battesimo.
Il nostro Papa ha così scritto nel suo messaggio per questa giornata:
“È l’amore a dare senso alla vita, perché ne rivela il mistero.
La vita, infatti, si ha solo se si dà. Si possiede davvero solo se si dona pienamente”.

Il buon pastore, Gesù, nel dono di se stesso per noi, ci ha indicato la Via unica che è la sua croce. La passione per l’uomo, fa sì che anche la nostra stessa vita, acquisisca sempre più un senso nel rapporto con l’altro.
Cosa sarebbe la nostra vita, se fosse chiusa in se stessa?
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore”.(vangelo)
Non siamo mai soli nel cammino vocazionale.
Come già riprendevo nelle domeniche precedenti:”La più grande difficoltà è scegliere”.
La scelta di essere o di non essere Suoi.
Solo in Cristo, ritroviamo ogni giorno, il senso di ciò che sarà ad ogni passo che si pone davanti a noi.
La bellezza del brano del vangelo di oggi, per comprenderlo meglio, è spiegare l’immagine del buon pastore.
Esso non è come spesso lo vediamo noi che sta dietro il gregge e lo costringe ad andare da una parte all’altra. Nel mondo ebraico, il pastore va avanti e il gregge vive la libertà di seguirlo. Gesù fa strada, si pone in avanti e ci invita seguire i Suoi passi.
“Credere in Gesù significa fare di Lui il centro, il senso della nostra vita. Cristo non è un elemento accessorio: è il “Pane vivo”, il nutrimento indispensabile. Legarsi a Lui, in un vero rapporto di fede e di amore, non significa essere incatenati, ma profondamente liberi, sempre in cammino.”(Papa Francesco)
Sempre il nostro Papa così ha scritto nel suo messaggio:
” Solo abbandonandosi fiduciosamente alla grazia, mettendo da parte i propri programmi e le proprie comodità, si dice davvero “sì” a Dio. E ogni “sì” porta frutto, perché aderisce a un disegno più grande di cui scorgiamo solo dei particolari, ma che l’Artista divino conosce e porta avanti, per fare di ogni vita un capolavoro”.
Viviamo la nostra vocazione, se prima viviamo la povertà perché solo dalla virtù della povertà vivremo la grazia della libertà.
Dio ama il suo gregge e lo custodisce. Non è come il mercenario che bada ai suoi interessi, ma si pone come custode a difesa del lupo di questo mondo.