sabato, 27 Luglio 2024
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Omelia domenica 25 giugno 2023 (XII domenica del tempo ordinario Anno A)


In questa domenica in cui celebriamo anche la festa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù, il vangelo ci invita a riflettere sul dono della bellezza della Sua misericordia.
“Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: Voi valete più di molti passeri!”
Se Dio ama le piccole cose, siano gli uccelli o il niente dei nostri capelli, come può dimenticarsi dell’uomo?
In un altro salmo troviamo :”Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell’uomo perché te ne curi? Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato”.(
Salmo 8)
L’uomo è al centro del cuore di Dio.
A proposito di questa centralità, diremmo di questa “unicità” un autore diceva:”Dio sa contare solo fino ad uno, tu!”
Questo sentirci amati ci spinge alla missione perché certi della sua presenza nella nostra testimonianza. La Grazia dello Spirito Santo ci fa testimoni. Come abbiamo ripetuto ai giovani cresimandi in particolare, anche noi riportiamo alla nostra mente ciò che siamo ora da adulti.
“Ciò che rende pesante la religione è il fatto di portarla come un freno, invece di goderne come di un amore”. (Lacordaire)
Quando Dio ama, il cuore dell’uomo si muove e tutta la sua persona è in cammino.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima”.
Il martirio si manifesta in tanti modi: Dal vivere con fede la sofferenza, dal testimoniare la propria fede in Cristo in un mondo che tende a rifiutare qualsiasi senso religioso, dal rinchiudere il tutto ad “un caso”e ci provoca nel cuore, perché vivendo l’amore di Altro, noi lo comunichiamo.
“La cosa più terribile sarebbe non che ci fosse Qualcuno, ma che ci fosse il nulla”. (Bernard Bro)
È come in famiglia. L’amore dei genitori diventa fonte da cui i figli cercano la fontana per riprendere la forza del cammino.
Come spesso i genitori più anziani dicono ai loro figli nei momenti di difficoltà: ”Guardate a noi che abbiamo vissuto insieme tanti anni”.
Un vivere la quotidianità ci rende sempre più unici.
I testimoni non sono gli eroi.
I testimoni della fede, come i martiri, non sono tali solo perché al momento della morte hanno accettato il martirio,ma sono arrivati a ciò perché prima c’era un cammino.
“E’ molto più facile essere un eroe che un galantuomo”. (Luigi Pirandello)
Confidando in questa ricchezza del dono della Misericordia di Dio, non ci stancheremo di ricominciare sempre.
È come il metodo educativo: Non si è mai arrivati con i figli. Si ricomincia sempre. Dio è Padre e come tale, ricomincia sempre con noi.
Dov’è la novità del suo perdono?
In una frase del racconto della parabola del Padre misericordioso: ”Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato a vita; era perduto ed è stato ritrovato’”.
Far festa: Tutto ricomincia nel nuovo.