mercoledì, 9 Ottobre 2024
Home / Catechesi / Omelia domenica 26 gennaio 2020

Omelia domenica 26 gennaio 2020

III^ DOMENICA DEL Tempo Ordinario ANNO A
Ogni volta che si avvia il nuovo anno, come abbiamo meditato domenica del Battesimo e domenica scorsa, siamo invitati a riflettere sull’inizio dell’anno che deve sempre essere nuovo.
La fede è la continua ricerca di un senso al perché della nostra vocazione, al destino che Dio ci offre per vivere la strada verso la santità. Questo è e rimane il vero ed unico ideale del Cristianesimo.
“Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
Abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario”.

Essere santi per vivere la Comunione con la Chiesa, con una Chiesa che nasce dalla chiamata di Gesù:«Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini».
Questo invito a seguirLo ora è rivolto anche a noi. Questa sequela porta sì con sé il sacrificio delle rinunce o altro, ma anche la fiducia in Colui che ci chiama e che ci assicura la Sua compagnia.
“Il Signore è mia luce e mia salvezza:
Di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
Di chi avrò paura?”

Non lasciamo che la distrazione, la falsità, l’ipocrisia del diavolo di questo mondo ci convinca a scegliere altro!
Gesù ci invita alla conversione e, a riguardo, mi piace ripetere sempre il pensiero di Don Giussani ”La conversione non è cambiare strada, ma vivere diversamente la realtà”.
Siamo chiamati ad essere ciò che siamo ora. Questo il senso del nostro destino-vocazione:Il continuo mettersi in confronto.
È importante superare i pregiudizi che spesso ci facciamo di fronte alla realtà e seguire Cristo non con i “se, ma, insomma, però…”, con una risposta preceduta dal condizionale.
Impariamo, invece, dagli apostoli che”Lasciate le reti, Lo seguirono”.
Un amore ti spinge ad intraprendere un viaggio.
C’è un incontro con Gesù, perché la vocazione è Comunione con Lui.
Il bello sta nel fatto che Dio ha bisogno dell’uomo.
Dio Amore ha bisogno dell’uomo Michel Quoist, Parlami d’amore
Amico, gli dissi quella sera, lei mi consiglia di aspettare tutto da Dio, ma se mi aspetto tutto da lui, che cosa mi rimane da fare?
Ti rimane tutto da fare, disse. Cerca di capirmi: l’artista più grande non può suonare su delle corde rotte, il soffio del vento resta impotente di fronte alla barca che non ha albero, che ha vele ripiegate, il più puro dei ghiacciai non potrebbe generare un fiume magnifico se nel fondo del suo letto è disteso il sudiciume… e Dio-Amore non può nulla se l’uomo libero non si presenta ritto in piedi, artigiano laborioso della propria vita e operaio del mondo insieme ai tuoi fratelli.

Vogliamo fare una bella Comunità?
Vogliamo che il nuovo anno sia sempre più ricco di speranza?
Vogliamo che …tutto sia più bello?
Io offro la mia vita perché diventi cammino e non attesa.