sabato, 27 Luglio 2024
Home / Catechesi / omelia domenica 26 maggio 2019

omelia domenica 26 maggio 2019

VI^ DOMENICA DI PASQUA – ANNO C 2019
La bellezza di questa pagina del Vangelo è che, proprio dopo aver celebrato ieri il sacramento della Cresima dei giovani della nostra parrocchia, ci aiuta a comprendere il vero significato di questo sacramento.
“Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.
Mi è sempre piaciuto questo passaggio:”Prendere dimora”. Lo abbiamo già meditato nella catechesi di maggio. Il termine “Eschenosen- Dio ha messo la tenda”, non è una Sua imposizione sulla nostra libertà. Come Maria ha vissuto la libertà del suo SI dell’Annunciazione, anche noi siamo costantemente chiamati a vivere questo rapporto con Dio.
Ci apparteniamo.
“Il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.
Viviamo questa appartenenza proprio nel dono della Grazia dello Spirito Santo!
Questa Grazia ci coinvolge nella vita e ci porta ad essere testimoni della fede.
Gesù stesso lo afferma:” Chi non mi ama, non osserva le mie parole”.
L’amore ci lega a Lui e ci spinge a fare e ad essere testimoni di quella carità che costruisce il mondo.
Bella l’espressione di Robert Frost:”Non costruire un muro finché non sai che cosa metti dentro e cosa metti fuori”.
Chi è Colui che nella tua vita è quell’ideale che fa si che ogni tuo passo sia un cammino verso la meta?
Per me è Cristo e prego che rimanga tale anche quando la via diventa sempre più tortuosa o spesso in salita.
Qui si gioca tutto il Mistero.
”Credo nel Dio che ha creato gli uomini, non nel Dio che gli uomini hanno creato”. (Alphonse Karr)
Lo Spirito Santo, il Paraclito, ha vari significati:” “Difensore” o “soccorritore”, per estensione “consolatore””.
Esso ci aiuta a comprendere che non viviamo passi nel vuoto.
Ieri, alla presentazione dei cresimandi, a proposito della difficoltà del credere, riportavo quanto riferiva Papa Francesco e che oggi voglio riproporvi:” Questo dubbio che hai condividilo con gli altri. Discutere ci fa crescere. Non avere paura. Tu, come responsabile dei cresimandi, insegna a dubitare bene perché, se non imparano a dubitare, fanno della Cresima il sacramento dell’addio e se ne vanno perché non sanno come gestire i dubbi. La Cresima deve essere invece il sacramento della forza”.
Tutto ciò spinge la nostra vita con lo sguardo in avanti.
La fede che non pone le sue radici nella Grazia dello Spirito Santo, è come un fiore messo in un vaso: Ha solo una bellezza momentanea.
Nella Grazia dello Spirito Santo che viviamo nell’esperienza di sacramenti, rafforziamo questo dono.
“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”.
La bellezza di essere amati da un Altro, non è un te stesso e, quindi, uno simile a te, ma un Altro. Questo Mistero è un Avvenimento:Cristo che si fa carne nel tuo presente. Questa è la certezza che ci spinge ad essere testimoni di un incontro tra “miseria e misericordia”.