domenica, 12 Maggio 2024
Home / Catechesi / omelia domenica 28 aprile 2024 (V DOMENICA DI PASQUA – ANNO B)

omelia domenica 28 aprile 2024 (V DOMENICA DI PASQUA – ANNO B)


Oggi, come comunità parrocchiale, celebriamo la festa del primo turno della Prima Comunione dei nostri fanciulli.
È una festa anche per noi adulti, un’ occasione per ricordare e, quindi, per riportare al cuore quel momento di festa che abbiamo vissuto anni fa e che è stata una delle tappe fondamentali nel nostro cammino della fede.
La comunione con Cristo che ci lega a Lui e che fa sì che la Grazia possa vivere in noi e portarci in avanti nel cammino della fede.
La similitudine che riporta Gesù nel vangelo:” Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.” ci aiuta a comprendere il dono dell’Eucarestia.
La comunione con Lui è l’ideale della fede: Il tendere a Lui.
Vi riporto una breve spiegazione dell’ultimo dei sette doni dello Spirito Santo:” Il timor di Dio è l’amore che si pone in ascolto per agire con delicatezza e premura affettuose”.(Mounier)
Non è la paura di Dio, ma il timore di perdere Dio.
Staccati da Lui, diventeremo come l’uomo della parabola del Buon samaritano o del Figliol prodigo che, allontanatosi dalla casa del Padre (Gerusalemme parabola del Samaritano) divenne povero, cioè senza difesa: Chi pascolerà i porci e chi, invece, verrà colpito dai briganti.
Diventeremo soldati senza armatura.
La comunione con Cristo: Questa è la Grazia.
“Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto”.
Il rimanere con Lui: Penso al momento del silenzio che viviamo a Messa o al momento dell’adorazione eucaristica. Questo cercarsi con Dio.
Io mi sento Chiesa (Anna Marinelli)
Io mi sento Chiesa, nonostante le porte chiuse:
Lo Spirito Santo passa attraverso
e mi pervade di fervore nuovo.
Io mi sento Chiesa, nonostante il Silenzio,
c’è un fervore di cuori
che battono come tamburi.
Io mi sento Chiesa in comunione perenne,
ho un tabernacolo pieno di pane di perdono.
Mi manca il segno della pace e l’abbraccio fraterno
ma c’è una catena di mani che supplica l’Eterno.
Il virus dell’Amore è quello da contagiare,
pregando e amando il fratello ci si potrà salvare.