martedì, 14 Maggio 2024
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Omelia Domenica 29 ottobre 2023 (XXX Domenica e tempo ordinario Anno A)


Anche se il vangelo è breve, è di una ricchezza unica.
Abbiamo ascoltato la sintesi della legge di Dio.
Quando medito questo passo, sottolineo sempre la prima parte:
“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”.
Questo il grande e il primo comandamento.
Voglio riprendere sempre questa parte, perché nella mia piccola esperienza pastorale, come il cattolico ed anche l’ateo, ho notato che si tende a vedere la Chiesa più come un fatto sociologico che come la presenza di Cristo con noi.
La conferma di questo pensiero l’ho avuta alcuni anni fa, dopo il primo anno di Covid. L’allora direttore nazionale della Caritas ci raccontava che delle persone esperte nel settore dei sondaggi, hanno raccolto le risposte ad un questionario sulla Chiesa. La maggior parte delle persone aveva una particolare visione della Chiesa ed anche un’ammirazione per il suo impegno nel campo sociale, volontariato ecc.. (Neanche carità, ma volontariato). Mi dispiace dirlo, ma se ascoltate le omelie o le relazioni di alcuni preti, il nome “Cristo” a momenti è dato per scontato.
“Dietro ai modi diversi di concepire la liturgia, ci sono modi diversi di concepire la Chiesa, dunque Dio e i rapporti dell’uomo con Lui.
Sono convinto che la crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipenda in gran parte dal crollo della liturgia”
.- Papa Benedetto XVI –
Se togliamo Dio, questo amore per Lui, il secondo comandamento, “Amerai il tuo prossimo come te stesso”, non assume più quel valore del cammino alla fede ma avrà un aspetto sociale.
Come ripeto spesso: “E’ il crocefisso che ci ha salvati non la croce”. E’ l’uomo sulla croce che ci ha redenti, non il mezzo. Come diceva il nostro Papa: “La Madonna ci indica il Figlio, non fermiamoci al dito”.
Solo partendo dall’amore di Dio, possiamo vivere l’amore al prossimo.
Nella festa di san Domenico che celebriamo l’otto agosto, nell’omelia feriale riporto sempre la frase del santo:”O parli con Dio o parli di Dio”.
I due comandamenti non sono nuovi. Già nel libro del Deuteronomio vengono menzionati. E’ la preghiera del mattino che ripetono ancora oggi i fedeli Ebrei. Cosa aggiunge Gesù di nuovo?
Gesù, riguardo all’amore del prossimo, fa capire un aspetto importante che è “farsi prossimo”, cioè, amare l’altro, senza distinzione.
C’è una differenza fondamentale, in quanto prima “il prossimo” era colui che tu conoscevi, il parente, l’amico, il connazionale, ecc.. invece Gesù ci invita a vivere la carità non chi ti è più simpatico o riconoscente.
Ogni uomo che incontri è il tuo prossimo.
Questo passaggio lo mediteremo quando ascolteremo la parabola del buon Samaritano.
Si vive la carità se prima riconosciamo in noi quel rapporto con Dio che ci offre la Grazia ad essere caritativa.
A cosa porta l’umiltà di fronte anche all’ingratitudine?
La risposta la troviamo in un versetto di una poetessa bulgara:”Nessuna paura che mi calpestino. Calpestata, l’erba diventa un sentiero”.