sabato, 27 Luglio 2024
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Omelia Domenica 3 marzo 2024 (3^ Domenica di Quaresima Anno B)


Quando leggiamo questa pagina del vangelo spesso sento i commenti che si riferiscono erroneamente ad una pratica che spesso vediamo nei luoghi di pellegrinaggio, alla vendita di oggetti di pietà popolare.
Invece ha un altro significato più profondo che bisogna riscoprire ad ogni passaggio del brano appena ascoltato.
Innanzitutto il “tempio”. Che significato aveva ed ha ancora per la religione ebraica?
Per loro, il tempio è la presenza di Dio. Leggendo l’A.T. tutti i re che si occupavano della costruzione o ricostruzione del tempio di Salomone in particolare, erano benedetti da Dio e amati dal popolo.
Gesù, invece, insegna che l’essenzialità è Dio che non può essere racchiuso in un luogo.
Dio è Spirito, onnipotente e onnipresente.
Preoccuparsi della sola “ritualità”, perché era questo che avveniva nel cortile del Tempio, faceva parte della ritualità della purificazione, (Ricordate che anche la Madonna l’ha fatto… nella festa della Candelora. Noi festeggiamo questo). Ci si dimenticava però dell’essenzialità: “I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Questo ci porta ad un secondo passaggio:”Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che qualcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo”.
Gesù è cercato per altro: Non come Messia ma come colui che risolve i problemi materiali dell’uomo. Come quelli che pensano che riempirsi le tasche di immaginette della Madonna e portando oggetti di pietà, Dio li protegge, anzi per la verità:”Portano fortuna”.
Pensiamo invece al vangelo della passione.
Gesù ha fatto tanti miracoli: Eppure al processo e poi alla crocifissione, dove erano i miracolati o i loro familiari?
Gesù conosce il cuore dell’uomo e sa che finché non vive una fede matura, in Dio cercherà sempre un qualcosa.
È come se noi facessimo un mercato con Dio: Io ti do questo, tipo preghiera, digiuni ecc.. e tu mi dai questo miracolo.
Ai piccoli continuo a suggerire le favole e vi ricordo quella di Hänsel e Gretel –dei Fratelli Grimm.
A casa fatta di dolci, tutto è buono e bello, ma quando è così, impariamo ad avere dei dubbi.
Ai grandi invece riporto una delle espressioni più belle scritte da uno che prima era ateo, Claudel: ”Dio non è venuto per cancellare la sofferenza. Egli non è venuto neppure per darne la spiegazione, bensì egli è venuto per colmarla della sua presenza”.