sabato, 27 Luglio 2024
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Omelia domenica 30 gennaio 2022 (4^ domenica del tempo ordinario Anno c)


Il vangelo che abbiamo ascoltato oggi, possiamo chiamarlo “Il rifiuto di Gesù”. “All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù”.
Ogni volta che sono stato in pellegrinaggio in Terra Santa, il primo posto dove ci hanno sempre condotti è stato proprio dove c’era questo precipizio.
Tutto fa capire come Gesù, fin dall’inizio, è rifiutato come Messia. Magari accettato come profeta o guaritore ma non come il Messia: ” In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”.
Il vangelo di oggi continua con quello di domenica scorsa.
Gesù si rivela come Colui che è venuto per la salvezza del mondo, ma c’è un rifiuto da parte del popolo. lo abbiamo meditato più volte all’inizio dell’anno leggendo il prologo giovanneo:” Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto”.

Innanzitutto fanno un ragionamento tipico umano, come lo facciamo anche noi in tante occasioni:”E dicevano: “Non è costui il figlio di Giuseppe?”.
Come per dire:”lo conosciamo anche noi, non è niente di che!”
Gesù è limitato a un conoscente. Non si vuole guardare oltre.
Ma lo è sempre per tutti i profeti. Lo abbiamo ascoltato dalla prima lettura, da uno dei profeti più perseguitati, Geremia:” Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti”.
Mi veniva in mente quello che una volta ha detto a noi sacerdoti don Carron:”I primi a non credere ai miracoli siamo noi preti”. Siamo talmente assorbiti dal razionalismo o dal pragmatismo che abbiamo dimenticato che la fede è innanzitutto carisma”.
Vi ricordate la scena del film su San padre Pio, quando vogliono che venga rinchiuso? Un vescovo diceva proprio così:”La Chiesa è anche carisma”.
Si riconosce Dio che parla non un linguaggio umano, ma va oltre a tutto ciò che appare.
Perché non crediamo?
Perché significa poi essere risposta, cioè, sequela e il cammino richiede fatica e sacrificio, come mediteremo domenica prossima, con la chiamata dei primi apostoli.
Bisogna riconoscere questo incontro, fondamentale nel cammino della nostra fede.
Scriveva don Mazzolari:”La primavera incomincia con il primo fiore, il giorno con il primo barlume, la notte con la prima stella, il torrente con la prima goccia, il fioco con la prima scintilla, l’amore con il primo sogno”.
Questo “prima-incontro” fa sì che tutto sia un pellegrinaggio. Il cammino della fede è un pellegrinaggio, cioè un seguire la meta, come lo hanno fatto i Magi. Non è più seguire un “ideale”. Siamo qui, siamo battezzati e anche scelta di essere cresimati, quindi adulti nella fede.
Allora viviamo la certezza che Lui è “il compimento della Scrittura”!