sabato, 27 Luglio 2024
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omelia domenica 6 marzo 2022 (1^ domenica di quaresima anno c)


Nella prima domenica di Quaresima, la liturgia della parola ci propone ogni anno il passo della tentazione di Gesù nel deserto.
Innanzitutto è bene specificare che nel Vangelo, tra Gesù e il diavolo non c’è dialogo perché con il male non si può dialogare.
Gesù risponde sempre con la parola di Dio.
Cercare di dialogare con il male porterà sempre a farsi ingannare dal male stesso. Sicuramente ricorderemo il dialogo tra Adamo ed Eva con il serpente nel libro della Genesi.
Gesù nella tentazione del deserto, ci offre la testimonianza del prepararsi a vivere la vita della fede, sempre con la certezza della Sua compagnia ma anche della tentazione.
La scena più bella del film sulla Passione di Mel Gibson che ricordo è il cammino al Calvario. Gesù nel centro della strada. Ai bordi della via, da una parte la Madonna e dall’altra il diavolo.
Fare un’esegesi più approfondita delle tentazioni di Gesù nel deserto richiede più tempo.
Ci soffermeremo sul tema della “tentazione” in particolare.
Essa, non va vista solo come un male. E’ un’occasione in cui la nostra fede si confronta con il reale.
In questo confronto, scopriamo chi siamo.
Pensiamo alla tentazione della trasformazione delle pietre in pane.
Quante volte abbiamo desiderato che nel mondo finisse il male, la fame, la guerra, la malattia, che Gesù, cioè, trasformasse il tutto!
Eppure Gesù ci invita a riscoprire che siamo spirito oltre che corpo:
“Non di solo pane vive l’uomo”.
Abbiamo bisogno della Grazia prima che della materia.
Lo abbiamo ascoltato all’inizio: “Gesù, pieno di Spirito Santo si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto”.
Questa Grazia dello Spirito ci porta a vivere la fede.
Tu dunque, Artefice Divino, non puoi scolpire il legno senza prima bruciarlo”(Francis Thompson)
La tentazione ci riporta a conoscere noi stessi, a capire, cioè , che senza la Grazia non ci possiamo salvare, altrimenti vivremo il rischio più grande che fa quell’ educatore che, invece di comunicare la Parola di Dio, comunica se stesso, l’autoaffermazione di se stesso.
La seconda tentazione è quella di togliere Dio. “E Gesù gli rispose: “Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”.
Abbiamo bisogno del deserto – incontro con Dio, del vedersi faccia a faccia con Lui per non smarrirci nella via della fede.
La fede è confrontarsi con il reale e non rimandare ad altri.
Alla fine, la terza tentazione, quella radicale della fede: Invece di fidarsi della promessa di Dio, si esige (che non è chiedere) un suo intervento. Ricordate quel passo del Vangelo in cui gli apostoli Giovanni e Giacomo dicono a Gesù:” «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo».
(Marco 10,35-45)
Spesso chiediamo che Dio obbedisca a me, invece del contrario.
Abbiamo bisogno anche noi del deserto-rapporto con Dio faccia a faccia
per riscoprire chi siamo e di chi siamo?
Vi riporto questa breve poesia che mi ha colpito:
Hai visto fiorire il deserto?
Dimmi: hai visto il deserto in fiore?
Dimmi, perché io sappia
come risplende un deserto in fiore
-Io ho visto fiorire il deserto
Era il volto del cieco
quando ha toccato con la mano qualcosa
che la sua bocca ricordava.

(Gunnar Ekelöf)
Ricordiamo sulle nostre labbra la Parola di Dio.
Che questo tempo di Quaresima sia il tempo in cui riassaporiamo la Parola di Dio! Questo il primo impegno.