martedì, 15 Ottobre 2024
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omelia domenica 7 febbraio 2021

V^ DOMENICA DEL Tempo Ordinario. – ANNO B
Il vangelo di questa domenica ci prepara alla festa del prossimo 11 febbraio, alla festa dell’ammalato che ricorre in occasione della festa della Madonna di Lourdes.
In questa occasione tutti, volenti o nolenti, ci ritroviamo a confrontarci con la sofferenza.
Gesù guarisce tutti coloro che si affidano a Lui e che in Lui cercano quella risposta ad un bisogno vero.
Quando viviamo nella sofferenza, perché cerchiamo una risposta che diremmo “concreta” , perché cerchiamo, cioè, la guarigione.
Essere paternalisti di fronte ad un ammalato, ritengo sia mancanza di rispetto verso la sua persona.
Eppure Gesù, oltre alla guarigione del corpo, ci offre quell’invito che fa la differenza.
Lo vediamo nella suocera di san Pietro che dopo la guarigione, vive il servizio:
” Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva”.
Il secondo passaggio non meno importante del primo, è l’invito che viene da Gesù a seguirlo più in profondità, cioè, a vivere quella fonte da cui proviene la vera guarigione:
” Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava”.
All’inizio dell’anno, leggevo un pensiero del Beato Giacomo Alberione il fondatore dell’ordine delle Paoline.
Egli scriveva così:
” Portare al mondo Gesù, Via, Verità e Vita. Non assorbire lo spirito del mondo, ma dare lo spirito di Gesù Cristo”.
C’è il rischio che ci lasciamo sopraffare dal pragmatismo, a pensare, cioè, che il fare fa tutto. Ma questo fare nasce, innanzitutto, dalla certezza che abbiamo in Cristo.
Ho avuto l’opportunità di leggere un bellissimo libro di Don Carron “Educazione, comunicazione di sé” e mi colpiva un passaggio che vi voglio riportare:
”Il Cristianesimo è un qualcosa che va al di là di ogni immaginazione.
Se Cristo avesse cercato di spiegare il Cristianesimo, sarebbe stato inutile. Egli non ha perso tempo a fare questo, ma ha invitato le persone a vivere un’esperienza”.

Gesù ha vissuto un rapporto con le persone che gli stavano accanto, dai malati che gli portavano per essere guariti, a coloro che volevano scoprire di nuovo la fede in Dio.
Anche noi abbiamo bisogno di scoprire il perché delle cose.
Come mediteremo in occasione della festa dell’ammalato, abbiamo bisogno di vivere il cammino della sofferenza nella certezza di essere in compagnia di un Altro che non solo guarisce ma offre anche il perché di questo cammino.
Cos’è questa certezza che ci porta ad essere anche noi annunciatori dell’incontro con Cristo?
Lo spiegava bene Pietr Zeissig:
E’ necessario sentire la mano di Dio sulla nostra spalla per poter essere la sua mano sulla spalla degli altri”.