sabato, 27 Luglio 2024
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Luca 19,28-40.

OMELIA DOMENICA DELLE PALME – ANNO c 2022


Nel tempo di Natale, più volte ho riportato la proposta del rischio educativo. Questo tempo, con la provocazione del rischio, pone difronte a noi il mettersi in gioco nel cammino educativo.
L’educazione include la fede perché essa non è una parte o un qualcosa che viene fuori solo nelle occasioni come le prime Comunioni o le festività della pietà popolare o, come rischiano di divenire, i riti della settimana santa.
Cristo si pone di fronte a noi, come il vero ideale educativo e lo fa con “mitezza”. Come riporta il canto del profeta Isaia:
”Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca”.
Cristo si offre in questo cammino e lascia a noi il dono della mitezza.
Cos’è questo essere mite?
Cristo si offre per amore dell’uomo. E’ un’ offerta sacrificale di se stesso, perché l’uomo acquisisca il dono della salvezza che può passare solo attraverso la croce.
“Questo è importante: per mezzo della Croce di Cristo ci è restituita la speranza. La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza! “(Papa Francesco 14 settembre 2014)
Lo abbiamo appena ascoltato dalla lettura della passione:
”(Pilato)Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere”.
Cristo si offre nella sua libertà, affinché noi acquisiamo il dono vero della libertà.
“L’unico rapporto etico che si può avere con una grandezza, cosi anche con Cristo, è la contemporaneità” .(Kieerkergard)
Non è un mito ma è il mite.
Il rischio educativo è insistere sull’uomo, anzi, diremmo sull’adulto genitore di oggi, affinché rifiuti questa nuova forma di egolatria, l’esaltazione di se stesso e il chiudersi verso l’altro. E’ difficile sacrificare se stessi, perché il vero sacrifico non è quello che pensano quasi tutti che sia lavorare e non far mancare niente ai figli nel senso materiale.Il vero sacrificio é vivere con l’altro il cammino vocazionale, il destino che ci accomuna nel Battesimo.
Essere miti e umili di cuore come Gesù : Vivere la libertà del donarsi.
“Dal punto di vista di Gesù, infatti, ciò che davvero conta è la verità che nessuno gli toglie la vita: è lui a donarla liberamente. Qui viene alla luce l’autentico significato della mitezza quale esercizio di un potere che è più forte del proprio potere, di una forza che è più forte della propria forza, di una libertà che è più libera della propria libertà”. (Don Armando Matteo Convertire Peter Pan Pag. 90)
Gesù dimostra che il suo potere non è quello di usare il potere.
Ci provoca e propone la sua misericordia.
Ecco perché il suo modello educativo è un rischio, perché si offre alla nostra libertà.
Non è più Pilato che lo consegna al popolo, ma è Lui che si offre al popolo.
Questo offrirsi di Gesù è il segno più vero e più amato che mi fa comprendere che è Cristo.
La salvezza del Messia passa in questa libertà.
La salvezza è un dono e non un qualcosa di nostro. Non ci salviamo per le nostre forze.
Lo abbiamo ripreso più volte nel tempo di Natale ed oggi lo comprendiamo più che mai, perché questo sacrificio ha un senso più vero che supera il sentimentalismo.
“Il Cristianesimo come salvezza entra nel mondo, Dio entra nel mondo, per salvarci, come avvenimento nella nostra esistenza quotidiana”.(Don Luigi Giussani)
La libertà del sacrificio di Cristo ci coinvolge con ciò che noi siamo.
Quella vocazione ad essere padri e madri, ad essere figli e fratelli, perché siamo la speranza vera del domani.
Siamo chiamati a vivere la nostra fede dentro le “piaghe e pieghe” del nostro tempo perché l’amore del Padre è un incontro di salvezza.
Fermiamoci un momento per rileggere quel passo ultimo della passione:
”Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto”..
E’ così che noi di fronte a questo eterno amore, viviamo la nostra libertà di appartenere a Lui che ci ama oltre al sacrificio umano della croce.