venerdì, 26 Luglio 2024
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omelia DOMENICA DI PENTECOSTE – ANNO B (domenica 19 maggio 2024)


La gioia della festa delle Pentecoste è una gioia che coinvolge la nostra vita in tutto.
Già. Proprio in tutto.
È lo Spirito Santo, questo dono che ci coinvolge in tutto il nostro fare nella fede. Anzi, direi proprio, nel fare totale.
“Abbiamo bisogno di lasciarci inondare dalla luce dello Spirito Santo perché Egli ci introduca nella Verità di Dio che è l’unico Signore della nostra vita”. (Papa Francesco)
La Grazia dello Spirito Santo ci coinvolge nelle nostre scelte, nelle difficoltà di scegliere e poi vivere la scelta di essere suoi.
Mi pace sempre riportare il paragone del nostro Papa: ”Essere come un bici, per stare in piedi devi pedalare”.
Cosa spinge la nostra vita a proseguire in avanti?
Edificare. Edificare la Chiesa. Si parla di pietre. Le pietre hanno consistenza ma pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo. Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore. Ecco un altro movimento della nostra vita: Edificare”.
(Papa Francesco)
Edificare, con la nostra scelta di essere parte di un disegno più grande. Una pietra che sta in disparte è solo un sasso, cioè, un potenziale senza efficacia.
La nostra vocazione è vivere protesi verso una meta, come abbiamo già meditato domenica scorsa, festa dell’Ascensione.
Dov’è la bellezza e la differenza in questo cammino?
È farlo come Comunità.
Lo Spirito Santo ci fa Chiesa.
“Il cristiano è uno che porta dentro di sé un desiderio grande, un desiderio profondo: Quello di incontrarsi con il suo Signore insieme ai fratelli, ai compagni di strada”. (Papa Francesco)
Lunedì, celebreremo la festa di Maria Madre Della Chiesa.
La Madonna è una presenza costante nella nostra vita.
Come riporta il Concilio Vaticano II:” Maria assunta in cielo non ha deposto questa funzione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua ad ottenerci le grazie della salute eterna”.
(Lumen Gentium)
Ci affidiamo a Lei che ha vissuto con gli apostoli la nascita della Chiesa, questo fondamento a cui noi poniamo le nostre debolezze nelle difficoltà di scegliere e Lei ci accompagnerà nel cammino vocazionale, perché è un bene che l’uomo viva il suo destino, è un bene per tutti noi.
Come spesso dico ai matrimoni: ”L’amore coniugale, non è solo legato ai due sposi, ma è un’unione con tutta la comunità”.
Cosa fare noi in tutto questo?
Concludo con un pensiero del Papa che mi ha colpito:” “Dietro e prima di ogni vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata, c’è sempre la preghiera forte e intensa di qualcuno: Di una nonna, di un nonno, di una madre, di un padre, di una comunità…”.