sabato, 27 Luglio 2024
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omelia FESTA DELL’IMMACOLATA


Quando sono entrato nella nostra chiesa, ho letto una frase che mi ha colpito profondamente : ”Sancta Maria della Petra, pulchram domum sibi elegit”.
Da una traduzione veloce, ho tradotto così: ”Sei stata eletta la più bella”.
Quando, però, a distanza di un anno e precisamente questa estate, l’ho riletta con con maggior attenzione, la traduzione è stata un’altra: “Madonna della Pietra, hai scelto una bellissima casa”.
Questo mi ha fatto pensare a quella bellezza di cui faccio parte anche io perché vivo questa casa, mi sento parte di essa e mi piace gustare questo dono che Maria mi offre. La sua bellezza mi coinvolge.
Il dogma dell’Immacolata Concezione, è questo dono che coinvolge tutti. Il suo amore non lascia soli.
Quella di Maria è una compagnia che penetra dentro e che fa parte della tua stessa vita.
Nel mese di agosto, riportavo una frase di Ignazio Silone meditata in più occasioni e che voglio riportare:” Non potevo stare tra gente che dice di attendere la vita eterna, il ritorno del Cristo, il mondo nuovo con la stessa indifferenza con cui si aspetta il tram”.
La Madonna ci offre quella compagnia, quell’amicizia non limitata ad essere ospite nella nostra vita.
Nella frase che si trova sopra la nostra testa leggiamo: ”Hai scelto una bellissima casa”.
Si sceglie di vivere insieme all’altro se si ama l’altro.
L’amore è una condivisione che va oltre il solo stare insieme.
Si vuole, invece, vivere insieme.
Per andare dove? E perché soprattutto andare?
In questo ci può aiutare un pensiero di don Giussani:
”Non c’è uomo che non senta l’incombenza del destino (vocazione).
Più della nostra origine, noi sentiamo il problema del destino”.

Più che la nostra origine, più che la nostra domanda del perché siamo a questo mondo, c’è la ricerca della risposta a dove stiamo andando.
In Maria, Gesù ci offre l’ideale della meta del nostro cammino, la tenerezza di una Madre che accoglie e che ama i suoi figli.
Il suo cuore diventa così la nostra casa paterna dove riviviamo il calore del focolare domestico, dove tutto ha in sè quella dolcezza di essere famiglia.
Il dono della purezza di Maria concepita senza peccato, è un dono che viviamo anche noi, perché l’umanità segue il bello che è sempre buono.
“ L’atteggiamento di Maria di Nazareth ci mostra che l’essere viene prima del fare, e che occorre lasciar fare a Dio per essere veramente come Lui ci vuole. È Lui che fa in noi tante meraviglie”. (PapaFrancesco)
Questo essere, questa essenza di Maria, è l’appartenenza a Dio, un’appartenenza che coinvolge anche noi perchè nella sua purezza e nella sua verginità, ci offre il dono più bello che è Suo Figlio.
Il primo fattore, per una fede matura, è quindi riconoscere una presenza che mi possiede in tutto. Mi possiede per realizzare un disegno che si chiama “popolo di Dio”, perciò niente di ciò che vivo è inutile, neanche un istante è vano: dovremmo rendere conto di tutto ciò che viviamo, perché tutto è per il Suo disegno”.(Don Giussani)