giovedì, 16 Maggio 2024
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omelia FESTA SAN BIAGIO – 3 FEBBRAIO 2021


La festa patronale è l’occasione rivolta alla Comunità, perché si riconosca, innanzitutto, come tale.
Non è solo una comunità civile, ma la totalità di una Comunione che vive una fede sempre più coinvolta nel fare quotidiano.
Un cristiano è tale, se vive il reale.
Come diceva don Giussani:”Vivere intensamente il reale”, vivere cioè quel fare di ogni giorno che non sia mai distaccato dal tuo feriale.
Una fede non è un fatto individualistico.
Non si è politici solo nelle ore in cui ci si siede al tavolo delle decisioni amministrative.
Non si è parroci o suore, solo nel momento della celebrazione eucaristica o del catechismo.
Non si è padri o madri solo in alcune ore del giorno…
Si è quel che si è, sempre.
“La fede che non agisce è lettera morta, gli atti senza la fede sono peggio ancora; è tempo perso, nient’altro”. (Anton Cechov)
Questo ci hanno insegnato i santi, in particolare i santi martiri come il nostro patrono che ha offerto la sua vita per perseguire il suo ideale della comunione totale con Cristo.
“Il giovane è sempre una persona alla ricerca di qualcosa per cui valga la pena vivere e il Martire dà testimonianza di qualcosa, anzi, di Qualcuno per cui vale la pena dare la vita. Questa realtà è l’Amore di Dio che ha preso carne in Gesù, il Testimone del Padre”.(Papa Francesco)
Questo valore che diamo alla vita, questo “valer la pena di vivere” ci aiuta a comprendere che ogni nostro gesto di caritativa ha un senso non perché viviamo poi la gratitudine umana, ma perché offriamo a Dio quel nostro essere per perseguire l’ideale di una Comunità che vive nella Comunione.
Se dovessimo svegliarci una mattina e scoprire che tutti sono della stessa razza, credo e colore, troveremmo qualche altra causa di pregiudizio entro mezzogiorno”. GEORGE DAVID AIKEN
Una città, come la nostra, che diventi faro di speranza!
A volte, nel soffermarmi a vedere il campanile al Santuario, comprendo ciò che desiderava il nostro parroco don Saverio, come tanti altri sacerdoti che hanno offerto la loro vita per le comunità che hanno guidato.
Non un segno esteriore, ma la proposta di una presenza che non si nasconde, una fede che è sempre più viva.
Bisogna avere quello sguardo realista e non pessimista della realtà in cui vedi sempre un vuoto attorno a te: Il calo demografico che cammina contemporaneamente con l’indifferenza religiosa, il senso religioso che si affievolisce sempre di più. Cerchiamo di tirare una coperta corta da una parte e dal’altra, ma che lascia sempre scoperti.
La fede in Dio è un istinto, un istinto naturale per l’uomo, come la sua posizione eretta. Non avere questa fede è contro natura, come è contro natura per l’uomo la posizione curva”.(Friedrich Heinrich Jacobi)
Iniziare un cammino, offrire questa nostra volontà a Colui che può tutto!
“ Fede significa fare il primo passo anche quando non vedi l’intera scala”.Martin Luther King Jr.)
Ieri abbiamo festeggiato la festa della “Candelora”, festa in cui la Madonna porta Gesù al Tempio.
Ricordiamo sempre il passo dell’Annunciazione: L’Arcangelo Gabriele offre a Maria la constatazione di un fatto.
Elisabetta nella sua vecchiaia avrà un figlio, anche se sterile.
Nulla è impossibile a Dio.
Questo affidarmi alla Sua promessa, questo dire con il cuore, come Maria:”Avvenga in me secondo la Tua Parola”.
Come il nostro patrono san Biagio, offriamo a Dio la libertà del nostro cuore!
Quella libertà ci metterà in gioco con tutto ciò che è il nostro quotidiano.
Non abbiamo paura del domani, finchè in noi è viva la speranza della sua compagnia!