martedì, 23 Aprile 2024
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OMELIA FESTA SANTA BARBARA – 4 DICEMBRE 2021


Voglio rivolgere un pensiero ai vigili del fuoco in particolare
Ci penso dall’anno scorso, quando alla fine della messa ho ascoltato con attenzione la preghiera che reciteremo anche oggi.
Mi colpiva questo passaggio:
Un giorno senza rischio non è vissuto,
poiché per noi credenti la morte è vita,
è luce: nel terrore dei crolli,
nel furore delle acque,
nell’inferno dei roghi”.

Il mio primo pensiero è stato:”Ma ci rendiamo conto di cosa stiamo dicendo?”
Molte volte, alcune preghiere, come anche il Pater Noster, lo ripetiamo, cioè, diciamo le parole, ma soffermandoci un attimo.
La preghiera che noi eleveremo a Dio per intercessione della nostra patrona santa Barbara, è un affidamento. Cioè crediamo in ciò che esprimiamo con le parole.
La nostra vita è un sacrificio, cioè, è un bene per un altro. Se viviamo il nostro lavoro come vocazione, esso diventa uno strumento per l’altro, diventa una comunicazione con cui noi desideriamo un bene comune.
“Bruci il male che si annida nelle case degli uomini”. Solo rifiutando la tentazione del male, potremo custodire il seme della bontà che Dio ci offre.
Il corpo dei Vigili del fuoco come anche le varie associazioni di volontariato che svolgono una missione simile alla loro, “custodiscono” la bellezza del creato.
Nella Genesi 1,15 leggiamo:”Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse”.
Se vivremo da “padroni” del creato, come potremmo vivere la bellezza di questo dono?
È necessario e non solo importante, che ognuno di noi prenda consapevolezza di ciò che noi siamo per l’altro.
Il nostro Papa Francesco nell’enciclica “Laudato Sii” così riporta in un
passaggio:” I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi”.
È anche l’occasione per dire ai più giovani che è fondamentale rispettare l’ambiente in cui vivono perché è un ambiente comune.
Si parte dalla scuola come ambiente educativo collettivo e dalla famiglia in cui i nostri padri ci hanno educato alla pazienza della terra.
Un seme, solo se custodito, può portare frutto.
La frutta nei banconi dei negozi non arriva dal nulla. C’è il lavoro di un altro. Con troppa semplicità abbiamo dato per scontato il lavoro di un altro.
L’educazione è un dialogo che noi facciamo con l’altro e non uno “scaricare” sull’altro, come per dire: ”Tanto ci penseranno i vigili del fuoco o altri volontari…”.
Voglio concludere con un ulteriore passaggio dell’enciclica del Papa:
” Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti”.
I santi, come la nostra Patrona Santa Barbara, ci hanno testimoniato il sacrifico del confronto perché il bene comune si vive e costruisce insieme.
“Iddio, che illumini i cieli e colmi gli abissi, arda nei nostri petti, perpetua, la fiamma del sacrificio”. (Preghiera Santa Barbara)