sabato, 27 Luglio 2024
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OMELIA FESTA SANTI COSMA E DAMIANO – 26 SETTEMBRE 2019


In questa santa vigilia della festa dei Santi medici, mi voglio soffermare sul valore del martirio.
Perché il martirio è un valore?
Perché dà un senso a ciò che viviamo.
Martire è colui che vive un ideale fino in fondo, colui che pone il suo sguardo oltre anche se il cammino porta a vivere un estremo sacrificio.
Pensiamo ai martiri del XX^ secolo e, in particolare, ai missionari che hanno vissuto la loro stessa vita per il dono degli altri anche se tutto il popolo che hanno servito si è tirato indietro e ha dimenticato il bene ricevuto.
Ricordiamo quanto abbiamo meditato sulla parabola del ricco Epulone.
Pensiamo che il miracolo porti alla fede? Eppure Gesù dopo la resurrezione di Lazzaro, decise di condannarlo a morte.
Il martire guarda oltre, guarda, cioè, all’ideale vero della fede che è l’incontro con Cristo e la Sua Provvidenza, affinché la sua testimonianza sia poi il nuovo seme dei cristiani.
I santi Cosma e Damiano, da come vediamo nell’immagine che li ritrae, erano giovani adulti. A riguardo vi voglio riportare un passaggio di Papa Francesco: ”Il giovane è sempre una persona alla ricerca di qualcosa per cui valga la pena vivere e il Martire dà testimonianza di qualcosa, anzi, di Qualcuno per cui vale la pena dare la vita. Questa realtà è l’Amore di Dio che ha preso carne in Gesù, il Testimone del Padre”.
C’è un Amore con l’A” maiuscola che ci sostiene nella fede.
Non basta dire”Io mi sacrifico tanto per la famiglia, per la scuola, per il lavoro e anche per la parrocchia ecc.. , quindi, soffro e devo essere considerato un martire”.
Una domanda di fondo fa la differenza al nostro fare ed è il “Per chi vivo la fede?”.
Si rischia di cadere in un protagonismo della fede che non è altro l’esaltazione della persona. Ecco perché sottolineo spesso la differenza tra carità, volontariato e solidarietà.
La carità è quell’amore che Dio ha riversato nel nostro cuore e che noi condividiamo con l’altro.
Dobbiamo essere testimoni di un cammino che ci conduce a Dio e non di un bene sociale o di noi stessi.
Essere uomini di fede significa vivere la contemporaneità di Cristo, cioè, vivere il presente con lo sguardo al futuro.
Bello un pensiero di Padre Cantalamessa riguardo alla Madonna che noi veneriamo anche come prima martire della Chiesa:”Maria è l’unica ad aver creduto “in situazione di contemporaneità”, cioè, mentre la cosa accadeva, prima di ogni conferma e di ogni convalida da parte degli eventi e della storia”.
Noi invochiamo il Signore per intercessione dei santi Medici.
Che questa grazia del cuore sia la medicina per la nostra anima, ci renda forti di fronte alle difficoltà che incontra la nostra fede, di fronte al non ascolto del cuore dell’uomo che pensa e si chiude sempre in se stesso!
La fede è l’apertura del cuore alla Grazia di Dio e al dono del Suo Spirito che converte i nostri cuori.