sabato, 27 Luglio 2024
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omelia MERCOLEDI’ DELLE SACRE CENERI


Iniziamo la bellezza di questo tempo forte dell’anno che, insieme al tempo dell’Avvento, è un’occasione in cui riscoprire quel rapporto con Dio che, come spesso ho ripreso nel tempo di Avvento,”Diamo per scontato”.
Invece è il tempo in cui tutto è sempre nuovo perché l’istante che Dio ci offre è quel dono in cui la nostra vita si ricapitola nella ricerca non solo di Dio, ma del senso che Dio offre a noi da vivere nella vita.
“[Nella Quaresima] siamo invitati ad intraprendere un cammino nel quale, sfidando la routine, ci sforziamo di aprire gli occhi e le orecchie, ma soprattutto aprire il cuore, per andare oltre il nostro “orticello“.(Papa Francesco)
Siamo sempre chiamati a confrontarci col nuovo. Questa la bellezza del dono della fede che non si limita a ripetere i gesti della liturgia del mercoledì delle Ceneri. Non solo l’imposizione della sacre ceneri, anche il colore viola, il non mettere i fiori e, soprattutto, il non cantare il Gloria e l’alleluia, sono segni dell’attesa della festa di Pasqua che rivoluziona la nostra vita perché nel sacrificio del Cristo tutto viene rivoluzionato.
Il sacrificio della morte ritrova una risposta alla domanda capitale dell’uomo:”Perché io vivo?”.
“Credere in Dio significa sapere che la vita ha un senso”.(Ludwig Wittgenstein)
San Paolo predicava e voglio immaginare il suo entusiasmo nel ripetere questa espressione che potremmo dire era il suo motto: ”Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno”. (Filippesi 1,21)
La ricerca di san Paolo dà un senso alla sua missione proprio nell’incontro con Cristo, un incontro che noi siamo chiamati a risvegliare nella nostra intimità con Lui.
La Quaresima è questo tempo in cui noi ricapitoliamo tutto in Lui.
Mi piace sempre riportare il tempo di Quaresima al tempo di Avvento,
perché entrambi sono occasioni di “Tempo forte” in cui l’ideale, questo
incontro con Cristo, lo ritroviamo in una persona. La Verità è una persona: Quel Bambino adagiato nella culla di Betlemme, quella fragilità unica che si offre per noi e cammina con noi verso la gloria della resurrezione, perché amare non è solo un sentimento:
In Gesù diventa la totalità del nostro vivere che ci pone lo sguardo al reale ed offre un senso al nostro fare. Le tre virtù teologali, fede, speranza e carità, diventano così quel ponte alla Pasqua.
Ama la vita più della sua logica, solo allora ne capirai il senso”. (Fëdor Dostoevskij)
La logica dell’amore di Dio ci coinvolge.
Questa ricerca è costante nel nostro cuore, cioè, in tutta la nostra persona.
L’uomo vive di questa ricerca che è tutto ciò che da’ un senso ai suoi passi.
Ma cosa significa veramente cercare Dio?
In questo tempo di pandemia, la mia meraviglia è stata la mancanza di questa ricerca. Ho notato che la chiesa è stata sempre più vuota, non solo per le messe, ma anche per la visita quotidiana.
Si avverte questa tiepidezza della fede.
Che cos’è l’uomo più felice senza la fede? Un fiore in un bicchiere d’acqua, senza radici e senza durata”.(Camillo Benso, Conte di Cavour)
Abbiamo dato per scontato che il vaso che custodiva il fiore della nostra fede era colmo d’acqua.
Abbiamo dato per scontato che tutto ormai era una routine, ma come ci ha suggerito il nostro Papa, occorre”Sfidare la routine e aprire gli occhi e soprattutto il cuore”.
Che questo tempo di Quaresima ci coinvolga sempre di più nella ricerca di Dio e ci faccia trovare istante dopo istante, passo dopo passo, un amore appassionato come lo ha riconosciuto san Paolo e vivere così la Pasqua della gioia di incontrare Cristo!