mercoledì, 23 Ottobre 2024
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omelia MESSA ANNIVERSARIO ANTONIO AZZARITO (4 luglio 2022)


Dopo un anno ci ritroviamo a vivere quel momento che ha commosso tutta la nostra Comunità.
Ognuno di noi si è domandato il perché della fine in una giovane età.
Una forte commozione ha portato al nostro cuore di padri e di madri, la ricerca di una risposta.
Non c’è una data in cui noi ritroviamo una risposta. Anche dopo un anno, quella domanda rimane.
“Le piaghe di Gesù sono scandalo per la fede, ma sono anche la verifica della fede. Per questo nel corpo di Cristo risorto le piaghe non scompaiono, rimangono, perché quelle piaghe sono il segno permanente dell’amore di Dio per noi e sono indispensabili per credere in Dio”. (Papa Francesco)
La piaga di quel momento drammatico si rinnova ogni volta che veniamo a conoscenza di altri simili episodi.
Il dolore ha una memoria unica.
La fede non è l’aiuto per dimenticare.
La fede ci porta a domandare a Cristo quel perché che nasce dentro ognuno di noi.
È un entrare dentro il Mistero passo dopo passo.
Il Signore ci accoglie per ciò che siamo. Vive questo desiderio di rivedersi con i propri cari. Basta la promessa di Gesù. Nel Vangelo lo leggiamo in più occasioni:
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là”.
A loro appartiene la gioia di vivere con Cristo quell’appartenenza più pura.
Solo nella fede vediamo oltre a tutto ciò che oggi appare come un muro alla nostra domanda.
Un anno fa abbiamo meditato il Vangelo della resurrezione del figlio della vedova di Nain. Anche oggi voglio far memoria di quel momento in cui Gesù si rivolge a quella madre e a noi:”Donna non piangere”.
Quella donna non chiede niente a Gesù, eppure Lui si fa avanti, si ferma e si commuove di fronte a quel dolore immenso ed offre la Sua promessa.
Il miracolo non è solo nella resurrezione del figlio. Il vero miracolo è che Lui è la resurrezione.
Questo è il Mistero a cui ci affidiamo oggi.
Il miracolo non è solo nel dono degli organi, ma in quella compagnia che Gesù ha sempre offerto prima e dopo.
In Cristo tutto è bontà e noi viviamo nella speranza che l’amore di Dio è materno, cioè, vive perché si dona.
Sant’Agostino che aveva vissuto anche lui la morte di un figlio piccolo, così scrive riguardo alla morte di Gesù:
”Con la sua morte, l’unico sacrificio assolutamente vero offerto per noi, tutto ciò che c’era in noi di colpevole… egli ha pulito, abolito, estinto.
(De Trin. 4, 13, 17)