lunedì, 13 Maggio 2024
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Omelia Prima Comunione (28 aprile 2024)


Col passare degli anni, nella festa della Prima Comunione ho notato un aspetto positivo: Il coinvolgimento della famiglia.
Partendo da questo passaggio educativo, la festa del sacramento eucaristico ci aiuta a comprendere il termine che usiamo quando parliamo di Eucarestia: ”La comunione”.
Dio si “comunica” a noi e noi entriamo in comunione con Lui.
Il nostro Papa ci insegna: ”C’è una catena nella trasmissione della fede mediante il Battesimo. E ognuno di noi è un anello di quella catena, un passo avanti, sempre, come un fiume che irriga”.
Vivere questa continuità, viverla nella festa, ci aiuta a comprendere il perché l’Eucarestia è un dono che non viene da noi. Non pensiamo di meritarla perché abbiano fatto il catechismo: E’ offerta da Dio.
Riprendiamo il vangelo quando Gesù ci insegna dicendo:”Io sono la vite e voi i tralci”.
Più noi adulti vivremo questa comunione con Dio e più comunicheremo la comunione con Lui. “Parla di Dio o parla con Dio”. (San Domenico)
Questa forza del rapporto è unica in sé.
Don Lorenzo Milano scriveva:”Non potete far nulla per il prossimo finché non saprete comunicare”.
Vivendo questo nostro rapporto di fede che ci coinvolge nelle nostre scelte, vivremo una continuità nella festa che stiamo celebrando.
Se la festa non si limita all’oggi, si può dire che c’è stata una comunione, un feed back, altrimenti è come un avviso parrocchiale.
Porterei questo paragone:”A scuola le insegnanti danno “l’avviso” di fare i compiti ecc… il genitore deve assicurarsi che vengano svolti”.
Quando stavo preparando l’omelia di oggi, era un mattina presto ed avevo la TV accesa. A quell’ora, di solito, si trasmettono solo TG. Facevo questo pensiero: “Oggi sarà una giornata triste”.
Dobbiamo, invece, vivere il dono della vita, come ci ha insegnato Gesù, cioè, che essa è un’occasione in cui viviamo la felicità di essere vivi.
“Che importa se non fai notizia? Per fortuna Dio non è un telegiornale”. (Pino Pellegrino)
Facciamo un salto di mesi ed arriviamo al prossimo Natale. È bello festeggiare il Natale, ma perché? Per la gioia di essere famiglia.
Noi adulti lo abbiamo dimenticato o, peggio, dato per scontato.
La gioia di vivere la comunione familiare, richiede un passaggio importante ed educativo, come ve lo spiegavo nella 5^ domenica di Quaresima.
Il vangelo ci insegna che il chicco di grano per portare frutto, deve morire nella terra.
Senza il sacrificio non ci può essere frutto.