lunedì, 29 Aprile 2024
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omelia PRIMA DOMENICA DI AVVENTO – ANNO B (domenica 3 dicembre 2023)


“Che il Signore non vi trovi addormentati”.
Mi ha colpito questo passaggio e spesso ci penso quando si cade nell’ozio dell’attesa, quando aspettiamo che siano sempre gli altri a fare.
Il vangelo, invece, è chiaro:”È come un uomo che è partito dopo aver lasciato la propria casa , dopo aver dato a ciascuno dei suoi servi il proprio compito e dopo aver ordinato al portiere di vegliare”.
Ogni uomo è chiamato a vivere la sua vocazione anche nella difficoltà della vita.
Domani celebriamo la festa di santa Barbara e poi quella di santa Lucia, due ragazze che hanno vissuto gli ostacoli della fede proprio da parte della famiglia.
Il segno di questa domenica è la corona dell’avvento, le quattro candele e poi quella dell’Immacolata che scandiscono il tempo che ci prepara alla grande festa del Natale.
Cosa cercare del Natale?
“Che il Natale ci faccia trovare Gesù e, con Lui, il bandolo della nostra esistenza redenta, la festa di vivere, il gusto dell’essenziale, il sapore delle cose semplici, la gioia del dialogo, il piacere della collaborazione, la voglia dell’impegno storico, la tenerezza della preghiera. Allora il cielo della nostra anima sarà illuminato di stelle”. (Vescovo Tonino Bello)
Vivere in attesa non significa non fare nulla, anzi.
Abbiamo già vissuto la caritativa della raccolta alimentare e concluderemo con la festa di san Nicola.
Ci sarà poi la grande festa speciale dell’Immacolata Concezione.
Piccole tappe che ci preparano alla festa dell’Avvenimento centrale del Cristianesimo, Dio che si è fato uomo.
Come vivere questo tempo?
Basta poco, un passo alla volta.
Iniziamo questa settimana con due feste: San Nicola e l’ Immacolata.
Perchè è importante vivere la festa?
A voi più piccoli ve lo spiego con questo racconto
Il settimo giorno, terminata la Creazione, Dio dichiarò che era la sua festa.
Tutte le creature, nuove di zecca, si diedero da fare per regalare a Dio la cosa più bella che potessero trovare.
Gli scoiattoli portarono noci e nocciole; i conigli carote e radici dolci; le pecore lana soffice e calda; le mucche latte schiumoso e ricco di panna.
Miliardi di angeli si disposero in cerchio, cantando una serenata celestiale.
L’uomo aspettava il suo turno ed era preoccupato:
“Che cosa posso donare io?
I fiori hanno il profumo, le api il miele, perfino gli elefanti si sono offerti di fare la doccia a Dio con le loro proboscidi per rinfrescarlo!”
L’uomo si era messo in fondo alla fila e continuava a scervellarsi.
Tutte le creature sfilavano davanti a Dio e depositavano i loro regali.
Quando rimasero solo alcune creature davanti a lui, la chiocciola, la tartaruga e il bradipo poltrone, l’uomo fu preso dal panico.
Arrivò il suo turno.
Allora l’uomo fece ciò che nessun animale aveva osato fare.
Corse verso Dio e saltò sulle sue ginocchia, lo abbracciò e gli disse:“Ti voglio bene!”
Il volto di Dio si illuminò. Tutta la creazione capì che l’uomo aveva fatto a Dio il dono più bello ed esplose in un alleluia cosmico”.