sabato, 27 Luglio 2024
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OMELIA SANT’ANTONIO – tredicina 10 giugno 2020


La testimonianza del santo di Padova ci invita a riflettere sul nostro rapporto con Dio.
Diremmo che Sant’Antonio ha vissuto questa comunione con Dio, in maniera “totale”.
Egli stesso insegnava:” Se predichi Gesù, egli scioglie i cuori duri; se lo invochi, addolcisci le amare tentazioni; se lo pensi, ti illumina il cuore; se lo leggi, egli ti sazia la mente.”
Noi viviamo questa Comunione nel dono con gli altri.
Ecco perché il dono della virtù della carità non è un qualcosa di nostro, ma viene offerto da un Altro.
I santi hanno testimoniato questa comunicazione nata e vissuta nell’amore in Dio.
Sempre il Santo diceva: ” I santi in questo luogo caliginoso brillano come le stelle del firmamento. E come le calzature difendono i piedi, così gli esempi dei santi difendono la nostra anima, rendendoci capaci di calpestare le suggestioni del diavolo e le seduzioni del mondo”.
Il reale è ciò che noi viviamo, la strada dove poniamo i nostro passi, l’ istante dopo l’istante.
“L’amore è l’affermazione di una presenza che si rivela attraverso l’istante, nell’istante”.(Don Giussani)
Bisogna vivere senza il timore di sentirsi soli questa comunione con un Altro che ci custodisce e ci protegge e che, soprattutto, ci guida per andare oltre.
In questi giorni, dialogando con una persona, riflettevo su come oggi il mondo sia cambiato. Quella persona che non era un prete, mi diceva:
”Nessuno pensa che fare quella determinata cosa, è un peccato”, cioè, ci allontana da Dio. Questo rende amaro tutto ciò che ci sta attorno.
È come un pane senza sale: Servirà solo a riempire lo stomaco, ma non darà mai il gusto della provvidenza.
Viviamo insieme come comunità il dono dei santi e, a differenza del fico sterile, offriamo ciò che diciamo!
“La predica è efficace, ha una sua eloquenza, quando parlano le opere. Purtroppo siamo ricchi di parole e vuoti di opere, e così siamo maledetti dal Signore, perché Egli maledisse il fico in cui non trovò frutti, ma solo foglie”(Sant’Antonio)
Dove porre i nostri insegnamenti anche se il mondo è duro di orecchie, se la mente è altrove e lo sguardo è limitato solo ai propri passi?
Nella pazienza dello Spirito Santo!
Egli converte i nostri cuori.
Senza il dono dello Spirito Santo siamo vuoti, anzi, come dicevo domenica di Pentecoste, peggio perché quando siamo cattivi testimoni, siamo superficiali e tutto diventa per gli altri occasione per giustificarsi ogni volta che intraprendono una strada lontana da Dio.
Senza lo Spirito Santo, non c’è più il santo, ma rimane solo l’uomo.
“Senza lo Spirito Santo, Dio è lontano, Cristo resta nel passato, il Vangelo è una lettera morta, la chiesa una semplice organizzazione, l’autorità un potere, la missione una propaganda, il culto un ricordo e l’agire cristiano una morale di schiavi. “ — Atenagora