sabato, 20 Aprile 2024
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OMELIA 1^ GENNAIO 2021


Nel mese di novembre, in più occasioni mi è capitato di riflettere su questo giorno che, come vi dicevo in occasione della presentazione del nuovo calendario parrocchiale, riporto anche oggi: Festa del nuovo inizio anno.
Ritengo importante la lettura della cronaca parrocchiale perché non si tratta di un “vantarsi” di ciò che si è fatto, ma di una verifica in cui guardi oltre, guardi al nuovo che verrà.
San Paolo diceva:”Vagliate tutto e trattenete ciò che vale”.
Come riportavo in occasione della festa di ringraziamento alla Madonna della Pietra il 21 novembre, in questo tempo particolare che abbiamo e che stiamo trascorrendo, più che lamentarci, siamo chiamati a dare una risposta a cosa possiamo fare.
Siamo come un uomo che viaggia nel deserto e a cui capita mezza bottiglia di acqua.
La domanda è: ”Ringraziamo per la bottiglia mezza piena o ci lamentiamo perché è mezza vuota?”
Di fronte a questa domanda, la risposta farà la differenza.
Nel momento drammatico della nostra vita, ci viene chiesto di aver fede, ma dove nasce e dove inizia la sequela a Cristo?
La fede nasce da un incontro. Solo lo stare con Lui ci rafforza nei passi del cammino.
Come abbiamo meditato in uno degli incontri di Scuola di Comunità:
”Chi ha potuto capire che di Gesù bisognava aver fiducia?
Le persone che lo hanno seguito e che sono state con Lui, non la folla che andava per farsi guarire, ma che non impegnava se stessa in un coinvolgimento totale”.
(Don Carron)
Mi ha colpito questo passo finale:”Coinvolgimento totale”.
Se la fede è pensare che Dio esiste solo se c’è il miracolo, lascerà il tempo
che trova ed anche se avremo subito la fine della pandemia, ci lamenteremo poi che non c’è lavoro, che sono aumentate le tasse ecc.. Siamo quelli della bottiglia mezza vuota.
Nella fede noi riconosciamo questa presenza che ci coinvolge nel nostro fare.
Siamo chiamati ad una continua conversione.
Inizierà un nuovo anno, viviamolo proprio con quella ricerca della Grazia della speranza che ci fa guardare in avanti, con il desiderio costante della conversione.
Se la ricerca non è di Dio, se non è quella continua domanda su di Lui, ma rimane sospesa oppure converge solo verso noi stessi, si tratta di autoreferenza e non saremo mai in movimento.
Convertirsi è ricuperare continuamente la fede e la fede è riconoscere un fatto, il fatto che è avvenuto, l’avvenimento grande che rimane tra noi”. (Don Giussani)
Oggi che festeggiamo la Madonna venerata con il titolo “Madre di Dio”, oggi che festeggiamo la giornata mondiale della pace, pensiamo innanzitutto, che siamo noi i costruttori della pace e, come Maria, affidiamo la nostra vita a Colui che è la vera pace!
Senza un vero fare, saremo tristi o penseremo di sostituire la volontà di Dio con i nostri progetti,
Diceva Benedetto XVI^:”Facendo ciò non neghiamo esplicitamente Cristo, ma Lo lasciamo nel tabernacolo, nella nicchia delle premesse assodate: Diamo per scontata la sorgente, la disincarniamo e la trasformiamo in una ispirazione che giustifica quello che pensiamo e che vogliamo noi, l’affermazione di noi stessi”.
Come Maria, viviamo, invece, ciò che vale: L’affermazione che Dio è la totalità del nostro essere, che sia il nostro nuovo respiro, senza il quale, la vita sarebbe senza senso!