sabato, 27 Aprile 2024
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Omelia 20 giugno 2021 (XII domenica del tempo ordinario anno B)

Continua il tempo ordinario .
Il Vangelo di questa domenica ci rinnova l’invito a vivere la nostra fede. Domenica scorsa abbiamo riflettuto sul dono della potenza di essere seme che si affida al Signore e diventerà frutto. Quello di oggi, chiamato anche “la tempesta sedata” è l’invito a non temere quando il Signore è con noi.
Poi disse loro: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”.
Che cos’è la fede se non il riconoscere la presenza di Gesù nella nostra vita?
Il più grande sacrificio è riconoscere questa presenza che ci percuote dentro perché domanda anche a noi:”Non avete ancora fede?”
In san Paolo, nella seconda lettura, abbiamo letto:
”Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede;”
Siamo suoi.
La bellezza della fede è l’ appartenenza a Lui che viviamo nell’essere innanzitutto Chiesa.
Non siamo isolati dal mondo, ma apparteniamo ad esso e con esso ci rapportiamo.
Le nostre paure e fragilità sono simili a quella degli stessi apostoli:
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?”.
Come possiamo pensare di essere perduti se Lui è quell’amore che ci sostiene, perché è Padre e Madre, è la totalità di un amore che fortifica, protegge, sostiene e indica la via in Lui stesso.
Mi veniva in mente un pensiero del card. Comastri quando riportò un episodio di un vescovo americano che gli diceva che era preoccupato per i suoi successori perché difendendo la famiglia come tale, avrebbero sicuramente subito persecuzioni. Egli rispose così:”Non dobbiamo aver paura perché il Signore è con noi e, se è con noi, siamo la maggioranza”.
Siamo uomini che vivono un cammino verso la certezza di un amore che ci attende.
Come vivere questa fragilità?
Seminare la fragilità, offrire a Lui ciò che siamo.
Fede è affidarsi ad un Altro.
San Bernardo di Chiaravalle insegnava:
”Seminate fatica e umiltà: mieterete onore e riposo”.