venerdì, 26 Aprile 2024
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Omelia della Domenica 5 marzo 2023 (II domenica di Quaresima Anno A )


Domenica scorsa abbiamo riflettuto sulla necessità del credere in Dio come vera ed unica risposta, al senso ultime delle cose.
Credere che Dio è il tutto del reale, una continuità al dopo, perché senza questa risposta, il mio vivere sarebbe vano. “tutto è vanità”(quoelet)
La Trasfigurazione il momento in cui Cristo offre a noi questo segno divino, un invito al non sentirsi smarriti nel cammino della fede.
Come rafforzare la fede? Come nutrire questo dono?
Il segno della Trasfigurazione spiegava così Papa Benedetto XVI, sta nel luogo, il “monte”.
Quando nella Sacra Scrittura si parla di “monte” ha vari significati, e nello stesso tempo un unico filo comune, “incontro di preghiera con Dio”.
Così scriveva il Papa emerito: ”Il monte come un liberarsi dal peso della vita quotidiana, come un respirare nell’aria pura della creazione; il monte che offre il panorama dell’pienezza della creazione e della sua bellezza”.
La trasfigurazione avviene in un momento di preghiera.-
La preghiera non è un chiedere a Dio che Lui cambi le cose, è affidarsi a Lui affinché ci lasciamo cambiare da Lui.
La vita è notte e luce.
La luce è la trasfigurazione:”E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.”
Cristo si offre come Via alla Verità.
La notte sono i nostri dubbi, le paure, ecc..
quando di notte non riesci a dormire, parla con il Pastore e smetti di contare le pecore”.
Ecco il dono della rivelazione, Dio si fa avanti a noi, ci offre la Sua compagnia.
Camminiamo verso il “monte”, è pur vero che significa salire e quindi fatica, solo sul mone però potremo ammirare e guastare la bellezza della vita.