sabato, 20 Aprile 2024
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omelia della V^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C 2019


Il Vangelo che abbiamo appena ascoltato è uno dei brani molto conosciuto del Vangelo di Giovanni.
Come avviene in ogni domenica di Quaresima , mi piace riportare sempre un pensiero. Domenica scorsa abbiamo ascoltato la teoria del perdono con la parabola del Padre Misericordioso. Oggi abbiamo vissuto il fatto vero del perdono.
Gesù offre la testimonianza concreta dell’accoglienza dell’altro.
Cosa significa veramente misericordia?
La peccatrice non viene solamente perdonata. Gesù riconosce in lei la colpa”Va e non peccare è più” e nello stesso tempo l’accoglie “Neanche io ti condanno”.
E’ l’esperienza dell’amore vero. Come diceva Sant’Agostino:”La miseria si incontra con la misericordia”.
Noi viviamo questa esperienza ogni volta che ci accostiamo al sacramento della Confessione, quando siamo pentiti di cuore, quando ricerchiamo l’amore vero che ci purifica.
Non si tratta di fare una cosa tanto da farla, ma della ricerca di un amore che ci consola nel più intimo.
Solo in Dio possiamo riscoprire quell’amore vero che ci rigenera ogni volta che Lo vogliamo incontrare.
Dio non giudica il nostro peccato. Ci chiede solo di offrire a Lui la nostra miseria.
Don Giussani diceva:”Il vero protagonista della storia è il mendicante: “Cristo mendicante del cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo”.
Questa ricerca di Dio, ci porta a vivere ogni giorno con uno sguardo nuovo verso le cose.
Perché ogni volta che avviene una riconciliazione con un nostro fratello, vediamo come se fosse tutto nuovo?
Quando un padre accoglie il figlio, è come se fosse di nuovo padre o madre.
La riconciliazione ci fa ricredere il senso della vita.
La peccatrice, Zaccheo, Matteo, uomini di cui abbiamo sempre ascoltato la storia dal Vangelo, hanno vissuto quella vita nuova perché si sono di nuovo sentiti amati.
Dio ci cerca, ci rincorre, non ci lascia soli.
Come dice un detto arabo:”Una formica nera, su una pietra nera, nella notte più nera, chi la vede? Dio la vede”.
Il tempo che ci separa dalla Pasqua, la settimana santa, non è solo l’occasione per rivivere la tradizione della pietà popolare, ma l’occasione per rivivere quel rapporto tra padre e figlio che spesso noi oscuriamo dalla nostra presunzione di essere sempre nel giusto.
Anche i compaesani di Gesù si riconoscono peccatori:”Chi è senza peccato scagli la prima pietra…e quelli se ne andarono uno per uno”.
Solo chi comprende il bisogno del perdono, accoglie colui che vuole essere perdonato. Come si dice in dialetto.”U gurdu non capiscia u dejunu”.