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omelia domenica 14 febbraio 2021

VI^ DOMENICA DEL Tempo Ordinario ANNO B
Potremmo dire che la domenica di oggi fa da collante con la festa dell’ammalato che abbiamo celebrato da poco e mercoledì, inizio della Quaresima .
Abbiamo ascoltato un brano del Levitico.
La prima lettura può aiutarci a capire il perché dell’importanza del miracolo che abbiamo ascoltato dal Vangelo.
Il miracolo della guarigione del lebbroso non va letto soltanto come guarigione di una malattia. E’ un miracolo straordinario, anche più importante degli altri, perché il lebbroso ottiene non solo la guarigione del corpo ma anche l’inserimento nella società.
Dalla prima lettura abbiamo ascoltato come doveva comportarsi un lebbroso:” Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: “Impuro! Impuro!”.
Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento».

È un po’ quello che sta succedendo oggi con il Covid.
L’ignoranza, purtroppo, non ci aiuta a capire cosa significa aver la carità nel rapporto con l’ammalato.
Non dimentichiamo che fino agli anni novanta e anche dopo, i disabili che andavano a scuola erano pochi, perché la disabilità era considerata una vergogna.
Tutt’ora, in alcuni paesi asiatici, è una vergogna per tutta la famiglia.
Anche se siamo nel 2021 questa ignoranza permane.
Mi fa pena vedere che spesso tante persone sono costrette a pubblicare le proprie analisi per dimostrare di non essere positivi al Covid ecc… perché questo comporta un arrestare i rapporti con l’altro. Tanti anziani ammalati, non possono ricevere la visita del loro parroco perché i familiari non vogliono che si sappia che in casa c’è un ammalato.
Ma il sacerdote si chiama solo quando l’anziano è in agonia, come per voler recuperare i conti con Dio e leggere poi letterine del tipo “Mi manchi” senza sottolineare mai il rapporto di fede con Dio, come se tutto fosse scontato?
Gesù è venuto a guarire innanzitutto la nostra carità verso l’altro.
Non è un’elemosina, ma un condividere il cammino di fede che trasforma la nostra vita.
“Così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza”. (seconda lettura)
San Paolo invita i suoi amici alla fede, a vivere questa compagnia nuova nata dall’incontro con Cristo.
Come insegnava sant’Agostino: ”Spogliatevi di ciò che ormai è vecchio: avete conosciuto il canto nuovo”.
Una compagnia che vive l’amore verso l’altro, il condividere con passione la sua nuova vita.
Cristo offre la Sua mano ad ogni richiesta.
Lo abbiamo ascoltato dal vangelo: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato”.
Gesù ha “compassione” della nostra povertà e del nostro bisogno.
In questo nuovo incontro con Cristo che si rinnova ogni istante, riscopriamo la nostra vocazione.
Il tempo galoppa, a volte fugge tra le nostre mani: ma può fuggire come sabbia o come semente”.(Thomas Merton)